Schneider: il Pcl Rieti “Rosa Luxemburg” scrive ai lavoratori

Dopo otto mesi, le intenzioni della multinazionale non sono cambiate, ne si sono spostate di un millimetro. L’intenzione era, novembre 2012, chiudere il sito produttivo di Rieti. Forse, i tempi per concludere l’operazione si sono un po’ allungati ma l’intenzione è sempre la stessa. Non ci sono possibili discussioni in merito. Le motivazioni non ci sono, non esistono, se non l’intenzione, già decisa e digerita di chiudere, senza discussioni.

Le offerte di trasferimento proposte, al di la di risolvere i problemi dei lavoratori, non fanno altro che aggravarne lo stato d’animo e insinuare divisioni. Anche il lavoro ridotto che cosa significa? O il lavoro c’è per tutti oppure non c’è per nessuno. La chiusura completa per gran parte della settimana e l’apertura normale su due giorni compreso il turno di notte, è solo risparmio per il padrone e motivo di divisione per i lavoratori (la notte vale qualche soldo in più, per chi ha la fortuna di farla). Se la produzione deve essere ridotta, tanto varrebbe far lavorare tutti meno giorni e meno ore su turni diurni. Ma non è questo il problema. Il problema è un altro.

È in campo una prova di forza. Se si sfonda a Rieti, allora la stessa logica passa in tutta Italia. Il prodotto non è “vecchio”. In Bulgaria, per due soldi, si lavora senza macchine; il mercato per questo prodotto esiste. Non ci sono problemi per la Schneider, i problemi ci sono soltanto per i lavoratori.

La logica inaugurata da Marchionne per la Fiat sta facendo scuola. La violenza è la stessa, è la violenza del profitto, è la logica del capitalismo che non tiene conto di nulla che non sia profitto per il padrone.

Queste cose vanno dette. Le “trattative” non devono essere soltanto parole vuote per allungare il brodo. La cassa integrazione non sarà mai la soluzione.

Queste cose vanno dette a tutti. Ogni operaia e ogni operaio devono diventare: scrittori, giornalisti, cantastorie. La loro storia, la loro vita, deve diventare la storia di tutti a Rieti e fuori.

Le lotte di tutti i lavoratori devono essere unificate e diventare la lotta di tutti contro la logica del capitale e dei governi che lo favoriscono. Bisogna arrivare ad una vertenza generale di tutti i lavoratori, di tutti i cittadini. Il governo non può essere il governo di qualcuno, non può perseguire soltanto certi interessi. I governi borghesi non sono più credibili. Devono governare i lavoratori.

L’Italia ha i soldi per acquistare i caccia bombardieri F35. L’Italia ha i soldi che annualmente il Vaticano sottrae al bilancio statale, mentre la banca del Vaticano (IOR) traffica con capitali sporchi. In Italia sembra che il primo problema del governo “di Giorgio Napolitano” sia: cambiare la Costituzione. Basta, basta, basta è ora di dire basta!