Sant’Antonio e la città senz’auto

Lo sappiamo: la processione di Sant’Antonio per qualcuno è insopportabile. C’è chi la ritiene un inutile strascico di medioevo, fuori tempo e fuori luogo. Per non parlare del “danno collaterale” prodotto dalla cera. Ogni anno si fa qualche passo in avanti per minimizzare lo sporco (e il rischio di scivolare). Ciò nonostante, sono in tanti a sopportare malvolentieri questo residuo della devozione popolare.

Però ammettiamolo: il giorno della processione offre anche qualche vantaggio. Non parliamo ovviamente della dimensione spirituale: per una volta la possiamo dare per scontata. E non ci interessa nemmeno parlare dell’impatto turistico ed economico del dei festeggiamenti del giugno cittadino. C’è un aspetto forse più piccolo, ma che è unico nel suo genere.

Il giorno della processione, è forse il solo in cui le strade di Rieti sono completamente sgombre dalle automobili. È l’unica occasione in cui si riesce davvero a cogliere la proporzione delle strade, l’armonia di certi palazzi, il respiro del tessuto urbano. Liberate dalla ferraglia, le strade sembrano improvvisamente più larghe. Ci si sorprende a cogliere il ritmo dei portoni, il filo delle facciate, i dettagli del piano terra.

E per una volta si assapora il piacere di passeggiare “senza se e senza ma”, senza dover tenere conto di varchi aperti o chiusi, senza dover tenere l’orecchio pronto a cogliere il rumore di una macchina che arriva.

È un tale miracolo, che deve volerci per forza l’intervento di Sant’Antonio.

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