Sanità, Regione Lazio: dimezzato il disavanzo ereditato dal centrosinistra

«Obiettivo, e metodo di questa amministrazione, è quello di diminuire il disavanzo ereditato dalla giunta precedente, senza scardinare il sistema sanitario, in particolare quello pubblico. Quindi il lavoro dei direttori generali, insieme all’assessorato alla Salute, va nella direzione di evitare il collasso definitivo della sanità. Se ciò non è sufficiente, qualcuno si assumerà la responsabilità di azzerare la sanità nel Lazio».

Lo comunica una nota della Regione Lazio in merito al piano di rientro sanitario.

«La Giunta Polverini ha dimezzato il disavanzo ereditato dal precedente governo regionale in due anni (da 1,4 miliardi ereditati ai 780 milioni attuali): se veramente, come scrivono i ministeri vigilanti, non si avesse avuto il controllo dei direttori generali e delle aziende sanitarie come sarebbe stato possibile raggiungere questo risultato? Lo stesso verbale riconosce come, ad esempio, i costi della spesa farmaceutica convenzionata ed ospedaliera siano notevolmente diminuiti, cosa singolare per una regione che avrebbe tutti i processi di governance fuori controllo. Tra l’altro, tutto ciò è stato conseguito senza il fondo di accompagnamento ministeriale al piano di rientro, di cui ha potuto beneficiare invece la precedente amministrazione di centrosinistra».

 

 

 

In termini di controllo della spesa, va anche sottolineato che per la prima volta nella storia della Regione Lazio nel 2011 tutti gli erogatori privati e gli ospedali classificati hanno sottoscritto i contratti/accordi di remunerazione.

 

 

 

Altro punto importante è quello relativo all’accreditamento istituzionale definitivo, si contesta una eccessiva dilazione dei tempi sulla chiusura del processo: a tale proposito va ricordato che l’accreditamento istituzionale definitivo già previsto dal patto per la salute, siglato per la prima volta dalle Regioni nel 2005, è stato affrontato soltanto da questa amministrazione che ha già provveduto ad accreditare definitivamente circa 200 strutture.

 

 

 

Indubbiamente ci sono problemi rilevanti come il Gemelli, il gruppo San Raffaele, l’IDI, il S. Lucia ecc, come il tavolo di verifica evidenzia, ma è doveroso rimarcare come tutte queste strutture abbiano alle spalle mancanze e presunti crediti mai saldati relativi agli anni passati e che solo questa amministrazione sta affrontando in modo strutturale cercando soluzioni, sempre nel rispetto delle norme vigenti, e in alcuni casi è già riuscita a dare risposte importanti.