Ripartire dalla bellezza

Censis-Ferrari: una ricerca che motiva la speranza in un tempo di crisi.

“La bellezza salverà il mondo”. “Se s’insegnasse la bellezza alla gente, le si fornirebbe un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”. Queste due affermazioni – la prima appartenente a un personaggio di Fëdor Dostoevskij, la seconda contenuta negli scritti di Peppino Impastato – hanno costituito oggi a Roma la “cornice”, presso la sede del Censis, dell’incontro di presentazione della ricerca “Ripartire dalla bellezza per uscire dalla crisi” (Censis – Fondazione Marilena Ferrari), e di lancio del premio giornalistico “La voce della bellezza” (istituito dalla stessa Fondazione).

Una moltitudine silenziosa di “belle” persone.

Anche in un momento difficile come l’attuale, oltre il 62% degli italiani ha ancora fiducia nel futuro e il 68,8% ritiene ancora “accesa” la forza spirituale nel Paese. Gli italiani sono inoltre convinti che “vivere nel Paese più bello del mondo li renda un popolo migliore, capace di superare la crisi”. Oltre il 68,3% ritiene infatti che il patrimonio artistico italiano sia “forza identitaria” e “punto di partenza per rilanciare il Paese” giacché l’arte e la bellezza “possono dare senso e speranza alla vita”. Così Giulio De Rita, ricercatore del Censis, presentando la ricerca promossa dalla Fondazione Marilena Ferrari e curata dallo stesso Centro di studi economici e sociali. La bruttezza, spiega De Rita, “non viene percepita dagli italiani come un fatto estetico, ma piuttosto etico e sociale. Al primo posto della classifica essi (52,%) mettono il degrado politico”, ritenuto il “tradimento di una classe dirigente che ha il dovere di condurci al bene”, seguito dall’immondizia di Napoli (19,5%). A fronte di ciò, esiste “una moltitudine silenziosa di ‘belle’ persone, la vera forza che nel quotidiano muove il Paese, ma di cui nessuno parla e che invece meriterebbe maggiore riconoscimento”.

Bellezza come strumento di crescita umana.

“Ho voluto con grande determinazione questa ricerca – spiega al SIR Marilena Ferrari, presidente dell’omonima Fondazione – perché il mondo che vedo intorno a me è molto più bello di quello rappresentato dai media. È urgente aprire un confronto tra questa Italia vera e la nostra classe dirigente per trovare la strada per uscire dalla crisi”. Oltre a dirsi convinta che “la bellezza e l’arte siano strumento di crescita umana, sociale e culturale”, Ferrari sostiene “il valore educativo della bellezza” e la sua capacità di “trasformare le coscienze”. Ma la bellezza “spinge anche alla voglia di fare”. Ecco allora, secondo Ferrari, “le risorse di umanità, generosità, forza interiore” della maggior parte dei nostri connazionali. Dalla ricerca emerge che secondo gli italiani il primo ambito su cui investire è la cultura (32,6%), seguita da industria (27,1%) e agricoltura (20,8%). “Investire in cultura – conclude Ferrari – significa anche investire sul patrimonio umano del nostro Paese”.

Valori spirituali.

Sulla stessa linea Elisa Manna, responsabile settore politiche culturali Censis, secondo la quale “dare visibilità a quanto di ‘buono’ esiste in Italia è anche un modo” per rilanciare “la riflessione sui valori e gli aspetti spirituali dell’esistenza umana, messi in ombra da almeno 30 anni di sfrenato individualismo dominato dalla logica materialista del possesso e del consumo a tutti i costi”. Di qui la citazione nella ricerca di un passaggio del discorso rivolto nel 1945 da Adriano Olivetti agli operai della sua fabbrica di fronte allo scenario di distruzione postbellico: “Come faremo? (…) Saremo condotti da valori spirituali. Questi sono valori eterni, seguendo questi, i valori materiali sorgeranno da sé senza che noi li cerchiamo”. Olivetti parlava in una situazione di crisi “per alcuni aspetti simile alla nostra. Ma per rilanciare questi valori – avverte Manna – entra in gioco anche la responsabilità dei media”.

Giovani e buona informazione.

“Basta parlare solo dei tanti ‘comandanti Schettino’ – dice Manna –; chiediamoci piuttosto quanti siano i ‘Giovanni Lazzerini’ (il giovane animatore che sulla Costa Concordia si è mascherato da Spiderman per distrarre i bambini spaventati, ndr), anche se le belle notizie fanno meno audience di quelle negative”. Giovani e buona informazione: proprio da questo connubio nasce il nuovo progetto di Marilena Ferrari, l’istituzione del premio giornalistico “La voce della bellezza” che la stessa Ferrari spiega: “Un’iniziativa concreta per incoraggiare i giovani giornalisti a ‘comunicare’ la bellezza in tutti i suoi aspetti, cui seguirà la realizzazione di un portale sul tema”. Cesare Protettì, direttore della Scuola di formazione al giornalismo (Università Lumsa) e membro della giuria del premio, precisa che il riconoscimento “è indirizzato a giovani giornalisti, blogger, fotografi, ma soprattutto ai praticanti delle scuole di giornalismo riconosciute dall’Ordine”, e intende “raccontare l’Italia bella, creativa, solidale, custode del suo patrimonio culturale e valoriale; insomma le notizie che spesso non fanno notizia”. Il premio (dotazione complessiva 15mila euro) prevede quattro categorie. Nella giuria, oltre a Ferrari e Protettì, anche il card. Ersilio Tonini e il costituzionalista Michele Ainis. Info e bando su: www.fondazionemarilenaferrari.it.