Ripartire attraverso l’arte: in mostra a Roma i capolavori della diocesi salvati dal sisma

Ha aperto i battenti il 17 novembre a Roma la mostra Rinascite. Opere d’arte salvate dal sisma di Amatrice e Accumoli. Allestita presso il Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, l’esposizione ha un duplice obiettivo: «Ricostruire le relazioni tra opere e territorio e ricordare l’attività di recupero del patrimonio artistico condotta in maniera sistematica nelle zone devastate dal sisma». A spiegarlo è Daniela Porro, che ha curato insieme ad Alessandra Acconci l’esposizione, allestita dall’architetto Stefano Boeri.

Degli oltre tremila beni portati in salvo e oggi conservati nel deposito allestito presso la Scuola Forestale Carabinieri di Cittaducale, il percorso espositivo di Roma ne mette in mostra trentaquattro, provenienti da chiese e strutture religiose di Accumoli e di Amatrice e delle loro frazioni. Si tratta dunque di beni della diocesi di Rieti, che vanno dalla pala della Madonna di Cossito del XIII secolo alle sculture policrome della lunetta della chiesa di San Francesco, fino ad arrivare a opere dello scorso secolo.

Dipinti, sculture e suppellettili liturgiche selezionate per «accendere i riflettori sulla civiltà centro-appenninica che custodisce, e che spesso nasconde nel suo territorio impervio, un fitto mosaico figurativo e materiale», spiegano ancora le curatrici, parlando di «pezzi unici che documentano le tracce dei cambiamenti della storia dell’arte a livello locale, ma anche la storia religiosa ed economica di un territorio da sempre considerato di frontiera, in quanto porta d’accesso ai passi appenninici dell’Italia centrale».

«Una ricchezza della quale spesso non siamo avvertiti neppure a livello locale», ha notato il vescovo Domenico, e proprio per questo la diocesi sta ipotizzando una soluzione museale da realizzare ad Amatrice con le opere salvate dallo scuotimento del terremoto. Una sorta di area della cultura e della spiritualità che, in contrappunto all’Area Food realizzata su disegno dell’architetto Stefano Boeri, completerebbe il quadro dell’identità dei paesi compromessi dai drammatici eventi geologici.

All’esposizione delle opere salvate, disposte secondo uno svolgimento cronologico, si affianca un percorso parallelo composto da ventuno fotografie, appositamente scattate da Paolo Rosselli lo scorso settembre per documentare gli effetti ancora evidenti e drammatici del sisma.

All’ingresso delle terme, in una sala apposita, è stato invece sistemato un grande plastico di studio della città alla fine del XIX secolo dal titolo “Amatrice prima di Amatrice”, realizzato dal dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura dell’Università la Sapienza di Roma.

La mostra, aperta fino all’11 febbraio, aderisce al progetto dell’Art bonus, attraverso cui è possibile effettuare una donazione per la salvaguardia dei beni individuati dal MiBACT e ritenuti prioritari dagli enti religiosi anche per le esigenze di culto.