Rieti: senza Provincia? Meglio senza Regione!

La notizia dell’accorpamento della nostra Provincia con un’altra della Regione Lazio allarma e fa discutere i politici e i cittadini.

Si teme l’ulteriore abbandono del nostro territorio e la sensibile diminuzione di risorse per mandare avanti l’ordinaria amministrazione, per non parlare di quella straordinaria. Rieti, già depressa economicamente e culturalmente, perché troppo vicina, ma anche troppo lontana da Roma, con una Regione lontanissima, avrebbe lontana, perfino più della Regione, la sede della provincia. I tecnici a palazzo Chigi non usano il bisturi ma l’accétta, non usano i guanti di velluto ma quelli da boxe.

È vero un fatto: gli Enti mangiasoldi in Italia non finiscono mai. Ma se ce n’è uno che si ingurgita parecchi baiocchi è proprio la Regione: lontana dallo Stato, dalle province e dai comuni. Non parliamo dalla Unione Europea.

È un Ente passacarte e passasoldi da altri Enti, elefantiaco e pletorico, che fagocita miliardi di euro di risorse. È vero che la riforma del titolo V della Costituzione ha fatto sì che le regioni fossero potenziate, ma è stato un errore.

Le regioni dovrebbero restare solo mere configurazioni geografiche. Lo Stato e l’Unione Europea dovrebbero dare risorse alle province e ai comuni sulla base delle effettive necessità e della validità dei progetti. Sono le province gli enti di maggior prossimità insieme ai comuni, mentre le regioni hanno competenze che potrebbero essere devolute ai comuni e altre allo Stato, come era prima.

Però si dovrebbe fare una cosa. I concorsi per essere assunti dalla Provincia e dal Comune li dovrebbe gestire lo Stato, con commissioni centrali, per evitare troppi impicci.

Tutti i dipendenti delle regioni intanto sarebbero assegnati alle singole province e scomparirebbero ipso facto et ipso iure tutti i consiglieri regionali: un repulisti non da poco.