Si è conclusa ieri sera al Vespasiano la serie di concerti di musica contemporanea nell’ambito dell’iniziativa “Rieti Elettroacustica – Strumenti e Musica del Presente”. Sul palco, al pianoforte, Lorenzo Meo.
Pensato per offrire uno spaccato della ricerca sonora più avanzata, soprattutto per quanto riguarda l’interazione tra esecuzione acustica (quest’anno erano protagonisti il violino e il pianoforte) e le possibilità dell’elettronica (sia nella sua versione live che in forma pre-registrata), il micro-festival ha incontrato un qualche favore da parte del pubblico.
Ovviamente non c’erano le folle oceaniche dei concerti di musica popolare, né le signore impellicciate dei festival più tradizionali e blasonati. Nella nostra piccola Rieti, però, esiste uno zoccolo duro di musicofili disposti a rischiare e a scoprire cose nuove, senza per questo mancare di riconoscere il valore degli altri repertori.
E non è neppure detto che l’esperimento portato avanti dall’Associazione Nume in collaborazione con l’Assessorato alle Culture, non serva di stimolo per formare un pubblico più smaliziato e curioso.
Infatti le esecuzioni della prima e della terza serata, e la proposta “smaterializzata” e fonografica della seconda, hanno offerto interessanti esecuzioni di nuovi discorsi musicali. Possono forse apparire un po’ ostici e astratti, ma una volta entrati in sintonia con il linguaggio e le sonorità non è mancato il piacere dell’ascolto, né una certa sorpresa per la virtuosistica interazione tra l’uomo e le macchine musicali di ultima generazione. Strumenti capaci di moltiplicare le possibilità degli strumenti acustici in modo spesso imprevedibile.
Ieri sera, infatti, l’impegno dell’ottimo esecutore era volto a dispiegare un dialogo con il pianoforte… e i suoi multipli. Una fatica che, ne siamo certi, ha arricchito l’esperienza degli ascoltatori, e forse segna pure un piccolo passo avanti per la vita culturale della città.