Pietrantoni (Spi Cgil): «Vogliono cancellare i Patronati»

Tagliare i fondi significa privare i cittadini della tutela previdenziale e socio-assistenziale gratuita.

Tutti debbono sapere che, qualora venisse approvata la proposta contenuta nella Legge di stabilità (art.26) di un pesantissimo taglio delle risorse del Fondo Patronati (risorse che, ricordiamolo, non derivano da fondi pubblici generici, da risorse dello Stato, dalle tasse dei cittadini, ma da una quota dei contributi obbligatori versati dai lavoratori e dai datori di lavoro privati e pubblici), questo si tradurrebbe in un’azione contro i cittadini che, in tutti questi anni di crisi, si sono rivolti ai patronati perché, nei nostri uffici, hanno trovato l’unico  istituto di welfare veramente gratuito.

Tagliare le risorse ai patronati, significa metterli nell’impossibilità di svolgere il loro ruolo sociale e, nella prospettiva futura, significa impedire loro di partecipare alle sfide per il cambiamento del Paese.

I patronati sono nati nel lontano nel 1904, come attività di patrocinio dei lavoratori, con l’introduzione dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, con l’intento di aiutare e rappresentare il lavoratore nella nuova e complicata procedura per ottenere il diritto al risarcimento del danno subito.

Nemmeno la grande guerra del ‘15-18 riesce ad arrestare lo sviluppo della legislazione sociale italiana e il lungo percorso di regolamentazione dei patronati. E persino durante il periodo fascista, seppur nella tragicità del momento, vengono estese le competenze e introdotta la gratuità della prestazione salvo rimborso.

L’Inca, come Istituto Confederale di Assistenza della Cgil viene costituita l’11 febbraio del 1945 e il riconoscimento giuridico dei patronati avviene il 24 luglio 1947. Successive leggi ne hanno, via via, regolato e disciplinato l’attività.

Se la politica e il Governo si assumeranno la responsabilità di dire che i patronati sono soltanto un costo e che, quindi, come tale, deve esser tolto di mezzo, dovrà assumersi la responsabilità di dire al cittadino con quali altre forme, ma, soprattutto, con quali altri costi, può avere una risposta ai suoi bisogni.

In tutti questi anni di attività, milioni di cittadini hanno trovato nel patronato il luogo dell’accoglienza e della rivendicazione dei propri diritti, ma anche la legislazione sociale si è evoluta grazie all’azione dei patronati. Anche oggi è così. Nel momento in cui  le politiche dei tagli hanno ridimensionato, chiuso e ridotto le presenze degli Enti pubblici, i patronati hanno accolto centinaia di migliaia di persone aiutandoli così a ottenere prestazioni giuste a titolo gratuito.

Questo si vuole continuare a fare. Ecco perché, in questi giorni, tutti i patronati, insieme alle organizzazioni Sindacali Cgil, Cisl e Uil  si stanno mobilitando unitariamente.

Nelle sedi dell’Inca, nelle sedi delle Leghe dello Spi, stiamo  informando tutti i cittadini del grave pericolo e stiamo raccogliendo le firme per una petizione popolare indirizzata al Governo e al Presidente del Consiglio. In più stiamo mettendo in campo anche iniziative pubbliche di mobilitazione.
Contiamo molto sul sostegno e la partecipazione di tutti. Per questo vi invitiamo a recarvi presso la più vicina sede della Cgil, dello Spi, dell’Inca per sottoscrivere la petizione e per essere informati ancora di più e meglio sulle iniziative.

(Clicca qui per firmare la petizione “Ti stanno tagliando i diritti”)