Pietrantoni (CGIL) su città e lavoro

«Non è mica una colpa essere piccoli né una giustificazione per diventarlo ancora di più, invece i nostri rappresentanti istituzionali, parlamentari e regionali, ritengono come la piccolezza territoriale e sociale del Reatino possa giustificare, che so, lo smantellamento degli ospedali periferici o addirittura la cancellazione del Reatino come provincia» soltanto perché «nel Lazio siamo i più piccoli e con un pil da serate natalizie della tombola»: è la constatazione che il segretario generale della Cgil, Tonino Pietrantoni, fa a margine della manifestazione, sorretta soltanto dalla Cgil, in difesa di una “Rieti del lavoro” sullo sfondo di una Europa altrettanto legata all’occupazione mentre ieri si dibatteva per un’Europa dei popoli, oppure delle nazioni o, come oggi, delle banche ma mai “del lavoro”.

Ma Pietrantoni fa un’altra considerazione su cui generalmente si sorvola: il lavoro perso «ma non a fondo perduto perché generalmente per ogni fabbrica chiusa un’altra se ne è aperta attraverso la cocciuta azione sindacale che non si è soffermata sulla facile denuncia del piangersi addosso ma ha saputo lavorare costruendo valide alternative». Ed enumera: «dalla Texas, una delle più potenti multinazionale americane, siamo riusciti a far nascere la Eems. E la lotta e la costruzione sono state tutt’altro che semplici perché la chiusura è stata procrastinata per mesi tanto fa far maturare anzianità e salario per gli occupati. Dall’Alcatel abbiamo fatto nascere la Ritel e se anche questa ha chiuso ciò va messo in conto alla locale imprenditorìa che, di vedute non molto ampie, non è stata capace né di amministrare né di potenziare quella fabbrica in funzione del mercato. Dalla Snia è sorta Nuova Rayon, dalla chiusura della Torda è sorta la Tubi spa. Inoltre la Coop 76 che dallo sfacelo di immagine e strutturale oggi sta risorgendo con la riapertura di tutti i suoi punti vendita dopo che la Cgil ha preteso la riapertura ‘con i lavoratori già dentro come certificazione sociale di una riapertura non fittizia o soltanto annunciata, ma reale: Passo Corese, Montopoli di Sabina, I Cubi, ed il prossimo 3 dicembre vedrà la riapertura del centro commerciale in via Piselli».

Per cui, sostiene Pietrantoni, «essere ‘piccoli’ non significa non poter fare cose da ‘grandi’: basta volerlo e pazientemente costruirlo, come questa manifestazione della Schneider che la Cgil, in perfetta solitudine, ha costruito tutta da sola e se una mano c’è venuta, questa è venuta dalla Curia diocesana diretta dal vescovo Delio Lucarelli, riallacciandosi a quel cattolicesimo sociale che aveva visto il suo punto di inizio ai tempi del vescovo diocesano Giuseppe Molinari».

E poi una considerazione senzaltro più generale circa «una città dove l’afflato risorgimentale era delegato ad individui essendo le masse tagliate fuori egemonizzate dalla politica della Chiesa» e cita «l’iniziativa della Fondazione ‘Varrone’ che ha investito 50 milioni in bot invece che usarli, che so? per investimenti sociali sul territorio», per cui «oggi la difesa sociale del nostro territorio è devoluta ai lavoratori, veri titolari di chi cerca di costruire un vallo alla decadenza che va ben oltre la chiusura delle fabbriche».