PdCI Rieti: Piermarini e la sottospecie scilipotiana

I Comunisti del PdCI di Rieti, convinti che alla devastante eredità lasciata dall’amministrazione della destra si dovesse rispondere attraverso la riaffermazione del primato della politica, che significa partecipazione di tutte le forze del progresso e delle forze sociali artefici della vittoria del centrosinistra e condivisione dei percorsi, hanno purtroppo assistito ad una gestione tecnocratica lontana dagli interessi dei ceti popolari ai quali la sinistra per sua natura dovrebbe prestare attenzione e cura.

Ad una iniziativa della Sinistra per i Beni Comuni che ha trovato una sostanziale condivisione da parte di altre formazioni politiche della maggioranza, finalizzata a recuperare il significato profondo del rinnovamento promesso durante la campagna elettorale e a rilanciare politiche socialmente avanzate come anche a riconnettere moralmente e sentimentalmente i rapporti tra il popolo reatino e l’amministrazione comunale che appare compromesso, si è risposto con l’arroccamento, l’esasperazione tecnicista degenerata verso un rigorismo economicista che colpisce i cittadini più provati dalla crisi generale e con azioni della peggiore ed immorale pratica politicista.

Si è pensato di colpire i comunisti volgarmente e berlusconianamente pilotando il passaggio ad un altro gruppo politico di un consigliere la cui statura morale e intellettuale è paragonabile a quella di una sottospecie scilipotiana e invece si è colpito il senso civico della cittadinanza reatina e il suo rapporto democratico con l’istituzione locale. Questa è la degenerazione della politica, altro che il suo rinnovamento..

All’ignavo Alessio Piermarini, inconsapevole e irresponsabile, in quanto incapace di valutazioni e di pensieri autonomi, Scilipoti nostrano vorremmo chiedere se inviando il suo comunicato con cui lasciava il Gruppo Consiliare della Sinistra per i Beni Comuni, ricordava di aver condiviso e sottoscritto un documento di opposto contenuto; se ricorda, o meno, di aver partecipato ai momenti di ogni decisione e scelta politica del partito e del gruppo; se, a proposito di particolarismi e di ricerca di visibilità, siano definibili particolarismi e non ispirazione agli interessi generali, la nostra proposta avanzata nel programma elettorale di dimezzamento degli emolumenti degli assessori e del Presidente del Consiglio Comunale, una critica alla conduzione dei servizi sociali, al rischio di perdere i finanziamenti dei Plus e dell’Istituto Alberghiero, alla tassazione comunale portata ai massimi livelli in ogni settore, al tentativo di privatizzare un asilo nido comunale, alle voci insistenti di smembramento dell’ASM e di vendita ai privati della farmacie comunali, alla cultura ridotta ad eventi propagandistici, oppure non sia arrogante personalismo appropriarsi, con 42 voti di preferenza, un ruolo istituzionale assegnato ai comunisti da 1036 reatini.

Non vorremmo che rispondessero al vero le voci di piazza che mettono in relazione la scelta di Piermarini con il suo rapporto di lavoro a contratto con un Comune governato da un Sindaco di Sel così come non vorremmo che abbiano ragione le voci maliziose che a guidare l’operazione chi, per ruolo istituzionale, dovrebbe essere il garante della libertà e dell’autonomia dei consiglieri comunali, magari timoroso che un ruolo maggiore dei comunisti in consiglio comunale potesse agevolare la realizzazione del programma elettorale e perciò il dimezzamento degli emolumenti.

I comunisti reatini riaffermano il valore delle proprie scelte e ritengono che questa squallida vicenda complichi e non agevoli la soluzione dei problemi che non possono essere rimossi e che stanno ancora tutti di fronte a questa amministrazione.

Riaffermando la propria autonomia dai potentati locali e volendo difendere la loro dignità, che non può essere scalfita da chi della propria fa scempio, decretano formalmente l’espulsione dal partito di Alessio Piermarini e chiedono allo stesso, in un recupero di serietà, di dimettersi dal Consiglio Comunale restituendo al partito la rappresentanza istituzionale consegnata loro dagli elettori reatini.