Papa Francesco: Angelus, Gesù non risolve “magicamente” i problemi, ma ci toglie dalle “sabbie mobili”

Gesù “ci aspetta sempre, non per risolverci magicamente i problemi, ma per renderci forti nei nostri problemi. Non ci leva i pesi dalla vita, ma l’angoscia dal cuore; non ci toglie la croce, ma la porta con noi”.

Ad assicurarlo è stato il Papa, nell’Angelus di ieri. “Il Signore sa quanto la vita può essere pesante”, ha esordito rivolgendosi a “tutti coloro che sono stanchi e oppressi dalla vita”: “Sa che molte cose affaticano il cuore: delusioni e ferite del passato, pesi da portare e torti da sopportare nel presente, incertezze e preoccupazioni per il futuro”.

“Lo sbaglio, quando le cose vanno male, è restare dove si è, coricato lì”, ha ammonito Francesco: “Sembra evidente, ma quanto è difficile reagire e aprirsi! Non è facile. Nei momenti bui viene naturale stare con sé stessi, rimuginare su quanto è ingiusta la vita, su quanto sono ingrati gli altri e com’è cattivo il mondo, e così via.

Tutti lo sappiamo. Alcune volte abbiamo subito questa brutta esperienza. Ma così, chiusi dentro di noi, vediamo tutto nero. Allora si arriva persino a familiarizzare con la tristezza, che diventa di casa: quella tristezza ci prostra, è una cosa brutta questa tristezza”. Gesù, invece, “vuole tirarci fuori da queste sabbie mobili”: “La via di uscita – ha spiegato il Papa – è nella relazione, nel tendere la mano e nell’alzare lo sguardo verso chi ci ama davvero”.

“Uscire da sé non basta, bisogna sapere dove andare”, il consiglio di Francesco: “Perché tante mete sono illusorie: promettono ristoro e distraggono solo un poco, assicurano pace e danno divertimento, lasciando poi nella solitudine di prima, sono fuochi d’artificio”. Per questo Gesù indica dove andare: “Venite a me”. “Tante volte, di fronte a un peso della vita o a una situazione che ci addolora, proviamo a parlarne con qualcuno che ci ascolti, con un amico, con un esperto”, ha fatto notare il Papa, secondo il quale “è un gran bene fare questo, ma non dimentichiamo Gesù!

Non dimentichiamo di aprirci a lui e di raccontargli la vita, di affidargli le persone e le situazioni. Forse ci sono delle ‘zone’ della nostra vita che mai abbiamo aperto a lui. Ognuno di noi ha la propria storia. E se qualcuno ha questa zona oscura, cercate Gesù, andate da un missionario della misericordia, andate da un prete, andate… Ma andate a Gesù, e raccontate questo a Gesù”, che dice a ciascuno: “Coraggio, non arrenderti ai pesi della vita, non chiuderti di fronte alle paure e ai peccati, ma vieni a me!”.