Mons. Mauro Parmeggiani è stato accolto calorosamente dai fedeli che già dal mattino si erano recati presso il santuario, dove insieme al parroco, don Adrian, hanno organizzato un pic nic in attesa dell’arrivo del Vescovo per celebrare la Messa.
Un primo maggio fuori dagli schemi per la comunità orviniese che ha voluto trascorrerlo in un incontro conviviale di preghiera e riflessione, nel santuario dedicato alla Madonna immerso nel verde dei monti a pochi metri dal luogo dove sorgeva l’antica Cane Morto (così si chiamava Orvinio al tempo delle incursioni saracene). Mons Parmeggiani ha mantenuto la promessa fatta ai fedeli, quella di festeggiare a Vallebona la ricorrenza del primo maggio, inaugurando così l’apertura del mese mariano. Il tema principale è stato il lavoro ed i gravi disagi dovuti alla attuale crisi economica e lavorativa.
Una crisi che conduce alla depressione ed al male di vivere in un contesto che affonda le sue radici nelle regole di una terra che sta soggiogando l’uomo. Durante la preghiera non sono mancati i richiami a quanto sta accadendo, al terribile momento che il paese sta attraversando, a tutte le vittime e coloro i quali hanno perso la dignità, cadendo nel vortice della depressione. Mons. Parmeggiani ha voluto ricordare la nascita della festività del primo maggio e l’importanza del lavoro, un lavoro oggi assente per colpa dell’economia internazionale che ha portato al fallimento molte piccole, ma efficienti realtà italiane. Quanta gente ha perso l’impiego ed è finita in povertà e disperazione e i giovani per i quali non c’è futuro, perché si guarda troppo all’immagine ed alle leggi dell’uomo sull’economia.
«Guardando San Giuseppe, patrono dei lavoratori, oggi vogliamo chiedere – ha detto il vescovo durante l’omelia – un mondo sano e giusto dove l’uomo possa trovare la sua dignità e diventare signore e non schiavo del mondo. San Giuseppe ci insegna l’onestà e la rettitudine di cuore e che l’uomo deve seguire le leggi del Signore e ricordare di essere fatto a immagine e somiglianza di Dio».
Il Santo Padre, poco tempo fa, rivolgendosi ai giovani ha detto: «Non fatevi rubare la speranza» e in una occasione ancor più recente «andate contro corrente». Mons. Mauro Parmeggiani, al quale abbiamo chiesto una interpretazione delle parole del Vescovo di Roma, ha risposto: «Si tratta di un invito a cercare di tornare alle radici, Dio ha posto l’uomo al centro del mondo perché soggioghi la terra e ne tragga il suo fabbisogno, non per essere soggiogato dalla terra con le sue logiche di mercato, di una economia molto stretta che non permette di muovere il lavoro e da tassazioni troppo pesanti. Tutto questo – ha spiegato il Vescovo di Tivoli – ha contribuito al blocco dell’economia generale e di tante forme di lavoro, nonché all’impoverimento delle famiglie più deboli ed alle difficoltà degli imprenditori, la situazione non permette una crescita economica ed una condivisione del bene per tutti. Per questo motivo, papa Francesco si è rivolto ai giovani, lanciando il messaggio di riscoprire Gesù e rimettere Dio al centro dell’uomo che non deve lasciarsi soggiogare dalle logiche del mondo, ma soggiogare il mondo con le logiche del Vangelo».
bellissima giornata passata in compagnia di tutti amici ….