Nullità marimoniali: attivo il Tribunale diocesano

Prontamente recepite dalla Chiesa di Rieti le indicazioni del motu proprio di papa Francesco

Con il motu proprio Mitis Iudex dell’8 settembre 2015, papa Francesco ha inteso promuovere una riforma dei processi di nullità matrimoniale che vada nella direzione di un decentramento delle competenze. Stando al documento, infatti, è l’ordinario diocesano, «in quanto pastore e capo», a essere anche «giudice tra i fedeli a lui affidati».

Per questo motivo il vescovo Domenico ha costituito – con un decreto emesso significativamente il 13 marzo scorso, terzo anniversario dell’elezione di Bergoglio – il Tribunale diocesano con sede presso gli uffici del vescovado. Operativo dal 29 giugno, solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, a partire da quella data esso sarà da considerarsi competente per trattare e definire in prima istanza tutte le cause di nullità matrimoniale, sinora affidate al Tribunale ecclesiastico regionale attivo presso il Vicariato di Roma. Il provvedimento di mons. Pompili, oltre a dare attuazione al canone riformato 1673 del Codice di diritto canonico, recepisce gli auspici formulati dal Sinodo dei vescovi in tema di «celerità dei processi» e mira – così recita il decreto – a «rendere più vicina la Chiesa, con le sue strutture, alle reali esigenze dei fedeli, in modo che essa si mostri come madre per i suoi figli».

Un segno di vicinanza – quello veicolato dall’istituzione del nuovo organismo – non solo geografica, ma anche spirituale, finalizzata a offrire un migliore servizio a quanti «sono in difficoltà per il loro matrimonio fallito e vogliono accertare sinceramente la verità sull’esistenza o meno di tale vincolo sacro».