Economia

Non è mica un mago…

La politica è anche questo: decidere come spendere i denari raccolti dallo Stato. Il fatto è che buona parte della spesa pubblica è assai vincolata: serve per pagare gli stipendi a carabinieri, medici, vigili del fuoco, impiegati ministeriali, insegnanti, pensionati, categorie protette…

Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha acquisito nel corso di questi mesi la fama di essere più bravo del mago Silvan. Quest’ultimo tirava fuori conigli dal cilindro, Tria dovrà tirare fuori parecchi miliardi di euro. L’elenco, come si sa, è lungo e si allunga ogni giorno di più: più soldi per le pensioni, più soldi per il reddito di cittadinanza, più soldi per il taglio delle tasse, più soldi per neutralizzare il punto percentuale di Iva, più soldi per eventuali nazionalizzazioni o giù di lì… Tra l’altro, mica noccioline ma manciate di miliardi di euro a botta.

La politica è anche questo: decidere come spendere i denari raccolti dallo Stato. Il fatto è che buona parte della spesa pubblica è assai vincolata: serve per pagare gli stipendi a carabinieri, medici, vigili del fuoco, impiegati ministeriali, insegnanti, pensionati, categorie protette… La parte restante non è immensa: diciamo che gira attorno ai 60-70 miliardi di euro ogni anno, stando larghi. Ma anche qui ci sono impegni di spesa già presi (si pensi alla realizzazione di grandi opere pubbliche), sgravi fiscali e contributivi che servono per sostenere le imprese e l’occupazione, per alleviare i cittadini da certe spese (figli, salute, casa…), per sussidiare categorie in forte difficoltà (agricoltori, camionisti, pescatori…).
Quindi si deve tagliare di qua per finanziare di là. Ma queste sono appunto decisioni politiche, non tecniche. È la politica, sono i partiti che sostengono un governo che si devono fare carico di indicare cosa sì e anche cosa no. La celebre legge di bilancio la fa ragionieristicamente Tria, ma su input politico.

Ecco: chiare le nuove voci di spesa, si fatica a capire da dove verranno quei soldi. Nessun proclama di tagli, nemmeno dei famosi 80 euro renziani che sarebbero stati facilmente recuperati col taglio delle tasse. Qualche indicazione molto propagandistica – come la decurtazione delle “pensioni d’oro” – che però consentono risparmi del tutto irrisori. Nessun incaricato a rivedere la spesa pubblica, tipo Carlo Cottarelli; ma tanto le indicazioni che da anni forniscono questi esperti vengono cestinate un minuto dopo. Si stra-parlava di fare nuovi debiti pubblici, ma anche lì la cosa sta rientrando: il vantaggio sarebbe immediatamente cancellato dai maggiori interessi da pagare su tutta la montagna del nostro debito.
Quindi? Ah beh, noi si sta a guardare. Avessimo conosciuto i trucchi del mago Silvan, non ci saremmo per nulla divertiti a veder spuntare conigli dal cilindro. Quindi, delle due l’una: o Tria è capace di tirar fuori dal cilindro l’intero mago Silvan, o di tutto quanto s’è detto prima, si farà qualcosa o molto, ma in dimensioni lillipuziane.