Musica, Di Paolo: necessario confrontarsi col presente

In vista dell’inzio di Rieti Elettroacustica abbiamo scambiato qualche impressione con l’Assessore alle Culture del Comune di Rieti Diego Di Paolo, per capire cosa c’è di nuovo in questa apertura alla musica contemporanea, e quali sono le strategie musicale del Comune per il prossimo futuro.

Assessore, siamo alla vigilia di “Rieti Elettroacustica – Strumenti e Musica del Presente”. Da parte del Comune si direbbe un’apertura coraggiosa. La proposta musicale in città, fin’ora, ha avuto un carattere piuttosto rassicurante. È solo un esperimento, o c’è dietro l’idea di aprire (e quindi cercare e sostenere) musica “altra” da quella ascoltata fin’ora?

La musica è uno dei cardini della proposta culturale del Comune. In questo senso ci interessa molto la musica contemporanea. Iniziative come questa organizzata da Luigi Pizzaleo sono le benvenute: aiutano a confrontarsi il presente e a svecchiare i programmi della stagione. In futuro ci sarà senz’altro un più deciso sostegno a musica “diversa” e a sonorità distanti da quelle ascoltate fin’ora. Dovremo ovviamente confrontarci con i pochi mezzi a disposizione, ma ci stiamo rendendo conto che spesso la “vicinanza” del Comune conta quanto e più dei mezzi.

L’anno scorso Pizzaleo portò avanti un’altra proposta musicale elettroacustica in modo completamente indipendente. Da cosa nasce la collaborazione di quest’anno?

L’anno scorso avevo notato il programma di “Sax, Wind and Bits”, ma avevo perso gli eventi. In questa occasione è stato Luigi a proporci una collaborazione. È uno che non chiede con arroganza, anzi non chiede proprio! Ma appena ce ne ha parlato, abbiamo deciso che avremmo dato un supporto. Anche perché vorremmo dare più spazio alla musica elettronica e alla sperimentazione. Io stesso ascolto tanta musica e di generi diversissimi. Sicuramente come assessorato ci spenderemo ancora di più per la musica in futuro.

Fin’ora il “lavoro culturale” si è quasi sempre limitato all’organizzazione o al sostegno di eventi. Va bene, ma in futuro vedremo anche uno sforzo, per così dire, formativo? Non c’è la necessità di fare una ricognizione dei talenti locali, di offrire loro spazio e sostegno?

Stiamo cercando di fare uno sforzo anche in questa direzione. Forse sarà lo sforzo più importante. Non sottovalutiamo però il valore formativo degli eventi: sono spesso il “gancio”, lo spunto, lo stimolo per un approfondimento. Perché nasca qualcosa di nuovo ci vuole anche il dialogo verso una qualche proposta culturale. Diversamente la formazione corre il rischio di essere una inutile macchina brucia-soldi. Senza curiosità ed interesse non ci sono né apprendimento, né autonomia. Da parte nostra stiamo progettando e pianificando vari interventi sulla formazione: il lavoro con i giovani è entusiasmante. L’occasione più vicina è senz’altro quella della partecipazione allo Young International Forum con gli studenti degli ultimi due anni degli istituti superiori. Ma ne seguiranno altre nel corso dei prossimi mesi.