Laici

Movimento per la Vita: quel valore che va sempre difeso

Nella parrocchia di Piani di Poggio Fidoni, su iniziativa del Movimento per la Vita di Rieti, un incontro per riflettere sul valore della vita nascente e sull’importanza di aiutare la maternità

Un pomeriggio dedicato alla difesa della vita, quello ospitato nella parrocchia di Piani di Poggio Fidoni, su iniziativa del Movimento per la Vita di Rieti, allo scopo di riflettere sul valore della vita nascente e sull’importanza di aiutare la maternità, andando incontro a quelle donne che spesso sono lasciate sole dinanzi all’incognita di un figlio in arrivo, come ha detto nell’introduzione la presidente del gruppo reatino del MpV, Maria Laura Petrongari: gruppo che ha la sua sede in Palazzo San Rufo e porta avanti uno sportello ospitato settimanalmente nella parrocchia Regina Pacis.

Una bella testimonianza e una interessante relazione dal taglio scientifico hanno offerto i due ospiti invitati, giunti entrambi da Terni: la dottoressa Maria Cagnoli e il dottor Alberto Virgolino.

La prima ha riferito circa l’impegno che il MpV porta avanti nella città umbra a favore della vita nascente, in particolare la nuova iniziativa resa disponibile a Terni: una “culla per la vita”, edizione moderna e sicura di quella che era una volta la “ruota degli esposti” nei conventi, grazie alla quale puerpere in difficoltà possono, dopo il parto, lasciare il neonato, in totale sicurezza e con la garanzia che verrà immediatamente preso in cura e – qualora non ci siano ripensamenti e la madre non si presenti – affidato ai servizi sociali per l’adozione.

Virgolino, che a Terni è presidente dei medici cattolici e a livello nazionale presiede l’associazione cattolici specifica di ginecologi e ostetrici, ha affrontato il tema del riconoscimento del concepito spiegando, in modo comprensibile per i non addetti ai lavori ma con estrema precisione, i dati scientifici riguardo la piena dignità umana del nascituro nel grembo materno, che va riconosciuta e tutelata sin dal primo istante. Una piena continuità, scientificamente parlando, fra embrione, feto e infine neonato: dal concepimento al parto, un cuore che batte, una vita umana a tutti gli effetti, secondo dati scientifici indubitabili.

Al riguardo, si è parlato della proposta di legge “Un cuore che batte” per la quale si stanno raccogliendo firme (ultimi giorni per recarsi all’Urp, in Comune, a firmare a sostegno di tale proposta: scadenza il 7 novembre): quella che prevede l’obbligo per i medici di proporre alle donne in dolce attesa, negli esami ginecologici, di far sentire quel cuore pulsante così da poter compiere una scelta consapevole (prassi che dovrebbe in realtà essere un normale dovere deontologico e non avrebbe neppure bisogno di una esplicita previsione legislativa, ma purtroppo per distrazione viene spesso trascurata): una misura che aiuterebbe a prevenire il dramma dell’aborto, dramma che provoca molte volte conseguenze fisiche e soprattutto psicologiche che rimangono a danno di donne che – è stato ribadito – non vanno mai colpevolizzate ma che troppo spesso non vengono supportate come si dovrebbe.

Prossimo appuntamento venerdì 27 alle 15.30 a Regina Pacis: si parlerà della speranza di rinascita dopo il dolore dell’interruzione di gravidanza, presente nuovamente il dottor Virgolino, insieme alla psicologa Cinzia Baccaglino che affronterà le conseguenze psichiche dell’aborto.