Mons. Pompili: «Lo Spirito è il vento che sospinge in avanti la Chiesa»

«Nessuno mi pettina bene come il vento». Ha preso le mosse dai versi di Alda Merini il vescovo Domenico per inoltrarsi nelle pieghe della ricca sequenza di brani della Parola ascoltata durante la veglia di Pentecoste, celebrata nella serata del 14 maggio in Cattedrale.

Una serie di Letture nella direzione dello Spirito Santo, un «misterioso Protagonista» del quale «non è facile parlare», perché «è il più sconosciuto» della Trinità. «Pervade ogni cosa – ha spiegato mons. Pompili – ma è al di là di ogni cosa. È la segreta forza di attrazione dell’universo, ma resta impalpabile. Per questo nulla meglio del vento ce lo lascia intendere. Lo Spirito Santo è in noi come il gemito inesprimibile di cui ci ha parlato l’apostolo Paolo:

sappiamo che tutta la creazione geme e soffre le doglie del parto fino ad oggi. Non solo, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.

Che cosa è il sospiro? È un attimo che ci sorprende e svela un’emozione, una paura, un rimorso, una speranza. È, sotto traccia, una invocazione segreta che ci dona la presenza di Dio. E quando accade ci fa ritrovare la voglia di riprendere a vivere più intensamente».

«Lo Spirito è anche il vento che sospinge in avanti la Chiesa» ha aggiunto il vescovo: «Non è un caso che, alla terza interrogazione battesimale, fin dall’antichità la risposta risuoni così: “Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica”. C’è, dunque, un nesso inscindibile tra lo Spirito e la Chiesa. Senza lo Spirito non c’è la Chiesa. E senza la Chiesa lo Spirito non entra nella sfera dell’esperienza umana».

«Per questo – ha sottolineato don Domenico – la Pentecoste è per così dire il compleanno della Chiesa, la sua data di nascita che porta a compimento quanto la Parola ha lasciato intendere. In breve, è Colui che supera Babele e l’incomunicabilità degli uomini che competono l’uno contro l’altro; è Colui che fa di un’accozzaglia di persone un popolo, quello dell’Alleanza; è Colui che profetizza sulle ossa aride nella pianura “perché rivivano”; e, ancora, è Colui che realizzerà la profezia di Gioele: “i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni”».

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