Mons. Pompili: «la donna è al vertice dei pensieri del cristianesimo»

«Mi viene da pensare che se non fosse per la prolifica fantasia dell’industria commerciale, noi oggi non saremmo qui». È la provocazione lanciata dal vescovo Domenico durante l’edizione 2016 de Nel Nome di Maria, svolta nella serata dell’8 maggio nella sala dell’Auditorium dei Poveri.

«Tra i segni più inquietanti della nostra crisi – ha spiegato infatti mons. Pompili – c’è la censura attorno della nascita. Non è un caso che la madre sia stata derubricata a un fattore emotivo, perfino un po’ regressivo. E invece questa nostra società deve riscoprire che la nascita, cioè la generatività, e non semplicemente la produttività, è ciò che decide di noi stessi».

«Per questo – ha insistito il vescovo – abbiamo bisogno della mamma: perché questo ci dice che la vita presuppone la generazione. E non è un caso che il cristianesimo abbia posto al vertice dei suoi pensieri una donna, anzi la Madonna: perché il cristianesimo è profondamente carnale, e non c’è possibilità di trasmettere la fede senza trasmette insieme alla vita, senza passare la generatività di una donna».