Maraini parla di Maraini. La figura di Fosco nei ricordi della figlia Dacia

La scrittrice Dacia Maraini e l’alpinista Carlo Alberto Pinelli hanno ricordato, davanti ad un numerosissimo pubblico durante il pomeriggio culturale organizzato dal Cai di Rieti il grande etnologo, scrittore, fotografo e alpinista Fosco Maraini, presso le Officine Varrone, in occasione del centenario della sua nascita. Molte le persone che sono rimaste fuori dal salone gremito all’inverosimile, dove era stata anche allestita una mostra con gli scatti originali di Fosco Maraini dedicate alle montagne italiane, ma anche al Tibet, al Karakorum e al Giappone.

Alla serata presenti, tra le autorità, il senatore Franco Marini che da giovane ha condiviso la montagna i soci del CAI di Rieti, e il sindaco Simone Pietrangeli che ha apprezzato il lavoro svolto dall’associazione nel portare la montagna in città, avvicinandola il più possibile a tutti.

«L’incontro con Dacia Maraini – racconta Ines Millesimi, curatrice della serata – è stato toccante ed interessantissimo perché ha raccontato in modo coinvolgente la storia alpinistica e non del padre Fosco». Momenti di vita vissuta e grandi emozioni per il pubblico presente, tra cui moltissimi giovani, che hanno ascoltato con grande coinvolgimento i racconti e gli aneddoti dalla voce dei protagonisti, Dacia e Carlo Alberto Pinelli, che hanno “sfogliato” filmati e immagini dell’album della famiglia Maraini e della Cineteca milanese del Cai, selezionate da Ines Millesimi.

Momento particolarmente toccante quando Dacia Maraini ha ricordato i due anni trascorsi con la famiglia in un campo di concentramento in Giappone. Ed è stato in quel frangente che è venuto fuori il vero ritratto del padre con la sua umanità anche nel rapporto con la figlia. «Un padre irraggiungibile, bellissimo e molto amato – ha raccontato la scrittrice – che ha dedicato la sua vita al viaggio, interessato e curioso di luoghi e genti. Mio padre è stato capace di scoprire mondi e culture molto lontane dalla nostra, con uno sguardo scientifico ma allo stesso tempo sensibile a coglierne tutti gli aspetti: artistico, culturale e religioso».

Ed era proprio la montagna, per Fosco Maraini a fare da ponte tra le diverse culture e pensieri e non è un caso che in molti lo abbiano definito il “Tiziano Terzani delle montagne”. Carlo Alberto Pinelli, fu il più giovane membro della spedizione del CAI di Roma guidata da Maraini nel 1959, ed ha sottolineato come Fosco sia stato il primo a parlare di tutela ambientale delle montagne intesa anche come rispetto delle genti che ci vivono. Mostrate anche alcune immagini inedite relative a quella fortunata spedizione che raggiunse l’inviolata cima del Saraghar Peak ad oltre 7000 metri.

Ed il racconto della spedizione torna su uno dei libri più famosi di scritto da Maraini: “Paropamiso”. Durante l’incontro si è parlato anche della figura e della passione per la montagna di Topazia Alliata, moglie di Fosco e madre di Dacia. Prossimo appuntamento con le Montagne del cuore sarà il Congresso Nazionale di Montagnaterapia che si terrà dal 22 al 24 novembre all’Auditorium Varrone. «Le giornate di studio e di confronto con medici, psicologi, terapeuti e infermieri professionisti provenienti da ogni parte d’Italia – dice Ines Millesimi – saranno aperte a tutti. I temi trattati andranno dal disagio giovanile a problematiche e ai benefici riabilitativi delle escursioni in montagna pensate proprio per i cardiopatici, o per gli affetti da diabete, o coloro che soffrono di patologie legate all’obesità o alla bulimia. Insomma una nuova frontiera come efficace pratica terapeutico-riabilitativa».

Nel convegno uno spazio importante sarà dedicato alla geriatria e alle sofferenze psichiche e somatiche. «I traguardi raggiunti in questi ultimi anni – spiega la Millesimi – dimostrano che la montagna può portare al recupero di un equilibrio corpo-mente, grazie alla condivisione di gruppo vivendo in gruppo e alla frequentazione della montagna con passeggiate mirate accompagnati dai tecnici del CAI e dal personale medico. Esperienze recenti in questo senso sono state fatte anche quest’estate sul Terminillo in collaborazione con il reparto di cardiologia dell’ospedale De’ Lellis. Una sperimentazione che diventerà appuntamento costante anche a Rieti».