L’ottimista

Probabilmente sarò additato come il classico qualunquista che ha scoperto l’acqua calda.

Eppure credo di poter esternare quanto sto per dire perché non “inquinato” dalla storia politica e sociale reatina perché non reatino di nascita ma di adozione e da pochissimi anni.

Siamo prossimi all’ennesima tornata elettorale, che se non influenzerà direttamente il nostro governo cittadino (salvo clamorosi colpi di scena), sarà importante per testare gli umori dei cittadini della nostra provincia.

Quindi, come già si è potuto vedere dalle varie querelle e dispute mediatiche, la guerra del fango è già iniziata.

Anticipo il lettore dicendo che la mia estrazione sociale e politica mi ha sempre portato a girare il mio sguardo a sinistra ma non nascondo che negli ultimi 10/15 anni, quando non astenutomi dal guardare, ho girato lo sguardo anche dall’altro lato, convinto che nella vita sociale di un cittadino non ci sia sempre il dovere di agire per “partito preso”, ma quello di agire responsabilmente per avere quanto si è in diritto di avere come cittadino libero da chi vuole rappresentare e soddisfare in ambito politico, le mie esigenze e le mie necessità.

E non mi vergogno a dirlo. Bene dopo questo antefatto, vengo al dunque.

Non posso giudicare il passato di questa città e di questa provincia se non per quello che ho trovato, per quello che ho iniziato ad apprezzare e per quello che non si è perso, per le cose che non si sono mai modificate e per quelle che non si sono mai evolute e che anzi, all’interno della mia personale esperienza, è via via peggiorato.

Ho trovato bei paesaggi, aria sana e serenità quando dopo una giornata lavorativa passata nella prossima città metropolitana di Roma Capitale (come già definita dopo l’abolizione probabile delle Provincie), rientrando il mio sguardo si perdeva nelle montagne dei monti Sabini con al centro il Terminillo oppure apprezzando nel weekend una bella passeggiata nella piana reatina o lungo i laghi di Lungo e Ripasottile o una gita di piacere in una qualsiasi cittadina della Sabina o del Cicolano o dell’Amatriciano.

Ho patito forte rammarico per non aver potuto più provare emozioni per la Rievocazione dell’Incoronazione di Carlo D’Angiò, per un Reate Festival innovativo diventato troppo elitario e distante dal cittadino medio, per aver visto spegnersi un polo industriale sempre meno apprezzato e difeso dalla politica locale, per non aver mai visto valorizzare oltre una piatta campagna turistica il Cammino di Francesco con il contorno dei Santuari reatini.

Rabbia per non aver mai visto, e chi reatino ne ha memoria più di me sa di cosa sto parlando, un progetto per valorizzare e proporre in tutto il mondo ed ancor di più in tutta l’Italia, il patrimonio naturalistico, paesaggistico e culturale di cui Rieti e Provincia sono ricchi, un progetto ad ampio raggio per aumentare la capacità di accoglienza turistica partendo dall’infrastruttura viaria, cercando negli anni di realizzare una nuova infrastruttura ferroviaria capace di rendere agevole e veloce il raggiungimento di queste zone, cercando perché no di condividere con le province limitrofe di Terni e l’Aquila uno sviluppo turistico di elevata qualità.

Invece si peggiora sempre più, la città e la provincia non riescono a soddisfare le esigenze quotidiane della gente, causa soprattutto di carenza di opportunità lavorative per i giovani e per gli adulti.

Ecco quindi la lenta metamorfosi, la gente che cerca lavoro altrove, i giovani universitari che vanno a studiare lontano da Rieti e un sistema di trasporto regionale che non aiuta, anzi che parallelamente all’aumento del numero di pendolari che ogni giorno si allontanano da Rieti per riuscire a “sopravvivere” a Rieti, peggiora e degrada sempre più a servizio da paese non industrializzato ed incivile.

In tutto questo lo show della politica è uno spettacolo shakespeariano.

Tutti si sento in dovere di criticare gli altri e tutti pensano di saper fare meglio degli altri senza tra l’altro avere mai fatto nulla di concreto per dimostrarlo.

Tutto questo non vuole essere un attacco verso nessuno, perché da reatino adottato non ho rancore verso alcuna classe politica o verso alcuna associazione, fondazione o altro organismo di importanza sociale.E’ solo un’esortazione affinchè tutti si adoperino, per quanto in loro potere, a fornire risposte e soluzioni ai problemi di tutti i giorni.

E magari metterci quel qualcosa in più quando si troveranno di volta in volta sul ponte di comando.

Ma non per dire guardate quanto sono stato bravo ma per ascoltare il cittadino dire “quanto vivo bene a Rieti”.

Credo che il momento per iniziare a collaborare tutti insieme non sia mai stato così propizio come quello che stiamo attraversando.

Ci siamo capiti vero?