L’estate del nostro scontento

Tutto sommato io darei ragione al sindaco. «La colpa è mia, ma anche di tutti gli altri», ha detto in conferenza stampa pochi giorni fa. Quindi ha azzerato la Giunta.

Quello che c’è dietro a queste fibrillazioni, grazie a cielo, non è più un mistero per nessuno. All’interno della maggioranza, forze politiche responsabili hanno fatto sentire la loro voce. Con il massimo della chiarezza e della trasparenza hanno posto questioni precise su temi ritenuti decisivi. Hanno chiesto risposte efficaci alle pressanti domande della non meglio identificata collettività reatina.

La stragrande maggioranza degli osservatori ha raccontato il dramma come una pura rappresentazione mimica, ma non è così.

Il guaio è che certi buoni risultati si ottengono esclusivamente attraverso prove di forza, azzerando e rimpastando le Giunte. Qualcuno ha detto che si è voluto alzare un polverone per poi nascondercisi dentro. Un modo come un altro per tirare acqua al proprio mulino.

Quand’anche fosse vero non ci sarebbe da stupirsi: la politica, come tutti sanno, ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo. Oramai s’è ridotta ad arte della conquista e della conservazione del potere. E la contesa non sembra nemmeno più tra opposte fazioni. Ci si scorna pure all’interno dello stesso partito, in un eroico tutti contro tutti.

Anche se poi nessuno è in cerca di glorie personali. Infatti, con la dovuta umiltà, dopo averlo accorato, sono tutti a disposizione del Sindaco.

Lo sventurato aveva perso la rotta, ma il peggio è passato. Finalmente ha il conforto delle migliori intelligenze della politica locale. Un tale think tank riuscirà certamente ad individuare le soluzioni necessarie a rilanciare l’azione amministrativa per il bene della città, anche in spregio dei propri interessi di bottega. A meno che – sia ben chiaro – non coincidano casualmente con il bene comune. Di questo non potremo certo fargliene una colpa.

Comunque sia, per mettere tutti al riparo dal sospetto e dalle malelingue, ci sentiamo di dare un consiglio al Sindaco: visto che nessuno vuole la poltrona, faccia tutti assessori tecnici, dal primo all’ultimo. Di sicuro le forze responsabili lo ringrazieranno di aver scongiurato l’equivoco. E i cittadini saranno liberi da una sorta di tormentosa incertezza…

One thought on “L’estate del nostro scontento”

  1. Massimo Casciani

    Dalla lettura dei vari comunicati e delle poche analisi giornalistiche fatte in questi giorni sulla crisi al comune di Rieti, in realtà non emergono le vere ragioni, che devono essere gravi sul serio, che hanno portato il primo cittadino a ritirare le deleghe ai suoi assessori. In questo senso avrei scritto le stesse cose di Festuccia e Sebastiani. Se il PD e altri partiti di sostegno al Sindaco si dichiarano così umili e sostenitori, non si vede bene perché lo avrebbero portato ad una decisione così severa.
    Certamente il messaggio che si dà ai cittadini e agli elettori e sostenitori non è di fiducia e di speranza.
    Gli assessori sono quelli che hanno in mano la situazione del comune e danno le disposizioni pratiche ai dirigenti per l’azione amministrativa. Cambiarli tutti ad un anno dall’insediamento, dopo che avevano appena preso confidenza con i loro “ruoli”, significa ritardare ancora di più certe scelte, perché i nuovi avranno bisogno di tempo per ambientarsi. La proposta di scegliere tutti gli assessori esterni ai partiti è l’unica percorribile. Ma, a parte alcuni assessorati, non c’è bisogno di tecnici, ma di semplici persone competenti e con la diligenza del buon padre di famiglia…potrebbe essere una via d’uscita. Per altri quattro anni di seguito, però, non per uno solo.

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