L’anziano e i Centri Sociali. Note da Città Giardino

Chi è l’anziano oggi? Qualcuno che rientra nella categoria delle persone deboli? Uno che può avere dei problemi di salute? Un soggetto improduttivo che la società la considera un peso?

Ne parliamo con Antonio Vulpiani, del Centro Sociale Anziani “Quartiere Città Giardino.

Allora, Antonio, persone anziane e città: come stanno le cose a Rieti?

Beh, a Rieti c’è un’alta percentuale di anziani. Di certo non può essere ignorata dal Comune. Piuttosto va osservata e capita, perché presenta molteplici sfaccettature.

Uno dei problemi è il fenomeno della solitudine…

Sì. Solitudine e isolamento sono certamente tra le condizioni che l’anziano deve affrontare più spesso. È un tema che ha a che fare anche con la durata media della vita. È vero che si è molto allungata, e tenendo conto della situazione economica che stiamo attraversando, sarebbe tempo di cominciare ad interrogarci su “come vivere” più che su “quanto vivere”.

Con la piena maturità cambia il modo di vedere il mondo?

Con l’età del pensionamento, e nel momento in cui i figli formano una loro famiglia, il modo di vivere cambia inevitabilmente. Si finisce per distinguere meglio l’essenziale dall’accessorio. Un maggiore realismo consente di vivere con misura ansie o depressioni, si coglie più facilmente il positivo nelle varie situazioni, si accorge di avere del tempo libero per se stesso e di volerlo godere.

Ben affrontata, la terza età può essere un periodo felice…

Credo di sì. In un’epoca dominata dalla tensione e dallo stress, arriva il tempo di rifugiarsi in uno spazio libero da impegni, che dispone all’arricchimento della propria personalità. Dovremmo essere preparati per tempo a questo periodo della vita. E fare il possibile perché torni a vantaggio di quante più persone possibile.

È questo il ruolo che vuole darsi il Centro Sociale Anziani di Città Giardino?

I Centri Sociali Anziani sono nati e sviluppati con questo scopo sociale. Si tratta di promuovere relazioni interpersonali fra le persone anziane e con i cittadini di tutte le altre età. I Centri Sociali anziani sono percepiti come dei luoghi dove si gioca a carte o si balla. Non c’è niente di male, ma c’è anche aggregazione, solidarietà, attività fisica. E si può fare ancora di più.

Quali sono i progetti?

Il Centro Sociali Anziani chiede la collaborazione fattiva del Comune di Rieti e della Regione Lazio per diventare luogo di programmazione e sviluppo di attività ricreative, culturali e turistiche. Potrebbero dare spazio a spettacoli teatrali o cinematografici. E potrebbero promuovere attività sportive come la “ginnastica dolce”, che già il nostro quartiere pratica da due anni. I Centri Sociali Anziani, essendo state abolite le circoscrizioni, possono essere il giusto legame con l’Amministrazione comunale per ascoltare, raccogliere e portare avanti le tematiche dei quartieri.

La scorsa settimana, «Frontiera» ha lanciato una provocazione ai centri anziani. Passare da attempata ludoteca a centro di formazione al lavoro e all’artigianato per i giovani.

Noi siamo pronti ad una fattiva collaborazione con il Comune di Rieti e con l’assessorato ai Servizi sociali. Ben volentieri incontreremmo i giovani per dare un contributo alla conoscenza della storia del nostro territorio e per far trasmettere saperi e tecniche che altrimenti saranno dimenticati. Anche in queste cose l’anziano può ritrovare l’autostima in sé stesso e sentirsi attivo.

Altro punto importante è il rapporto con la Sanità locale…

È vero. Vorremmo che si instaurasse un protocollo centrato sulla prevenzione delle malattie. Ci sono da tenere sotto controllo le patologie primarie che si riscontrano nel territorio. Il problema non può che starci a cuore: i nonni, si sa, sono pieni di acciacchi!