La pasta alla gricia

La gricia, antenata dell’amatriciana, secondo alcuni deriverebbe dall’appellativo con cui venivano chiamati nell’ottocento, a Roma, i rivenditori di pane e altri generi alimentari, i cosiddetti “grici”, originari delle regioni tedesche del Reno e dal Canton de’ Grigioni. Secondo altri, invece, il nome del piatto deriverebbe dal paese di Grisciano, frazione del comune di Accumoli.

Veniva consumata principalmente dai pastori che andavano per pascoli con pasta secca, guanciale, pepe e pecorino.

Nell’ottocento venne introdotto il pomodoro nella ricetta per diventare amatriciana, di cui si ha testimonianza in uno scritto risalente al 1790; il pomodoro fu importato dalle Americhe da Cristoforo Colombo solo nel XVI secolo.

Grazie agli spostamenti dei pastori di Amatrice verso le campagne romane per la transumanza, la ricetta della gricia e dell’amatriciana si diffusero anche nella capitale.

Questi piatti vennero apprezzati a tal punto da diventare i piatti simbolo non solo di Roma, ma dell’intero Lazio.

Si può utilizzare qualsiasi formato di pasta, ma tradizionalmente si usano gli spaghetti o in alternativa le mezze maniche.

Ingredienti per 4 persone

  • 400 gr. di spaghetti
  • 300 gr. di guanciale amatriciano
  • 150 gr. di pecorino amatriciano grattugiato
  • Pepe
  • Sale grosso

Procedimento

In una padella nera ben calda mettere il guanciale tagliato a listarelle di 2/3 cm di lunghezza e lasciarlo rosolare finché non diventa croccante.

Far cuocere gli spaghetti in acqua salata e scolarli al dente, tenendo da parte un bicchiere di acqua di cottura.

Quindi aggiungerli nella padella col guanciale e amalgamare bene con il pecorino grattugiato, pepe e un po’ di acqua di cottura per ottenere una consistenza quasi cremosa.

Servire la gricia cospargendo ancora con pecorino grattugiato e pepe a piacimento.

Note

Non utilizzare la pancetta o ancora peggio la panna.
Se non si hanno a disposizione guanciale e pecorino di Amatrice è possibile sostituirli con guanciale e pecorino romano.