Il Papa ha invitato i giovani ad allenarsi, a vivere, secondo un’immagine di San Paolo, la fede come un atletismo, come avere una partita da giocare.
Non c’è niente di più triste che pensare che la vita sia una partita dove c’è niente in gioco o che sia una partita finita, con il risultato già segnato.
Invece, il Papa ha invitato i ragazzi a prendere la vita come una partita in gioco e ad allenarsi perché occorrono pazienza e allenamento per vincere la paura.
Mi ha colpito che il Papa abbia detto che quello che la fede promette è qualcosa di più bello della coppa del mondo di calcio.
Dirlo in Brasile fa un certo effetto: lì la coppa del mondo è una cosa importante! Il Papa ha detto che c’è qualcosa di più: poter affrontare la vita senza paura.
Credo che la paura sia invece uno dei mali maggiori della nostra epoca che rende più difficile tutto, perché si ha sempre l’impressione di sbagliare, di essere giudicati, di essere appunto in una partita che è una condanna.
Al contrario, il Papa ha detto che la partita si sta giocando e la posta in palio è molto alta, è molto bella