Si è svolta alla presenza del vescovo Domenico la conferenza stampa di presentazione degli oggetti creati nell’ambito del progetto “L’artigianato interpreta la Natività: segni, simboli, oggetti”, promosso da CNA Impresasensibile, CNA Rieti e la Casa delle donne di Amatrice e Frazioni.
Ad introdurre i lavori, la direttrice Vincenza Bufacchi, che ha raccontato come l’idea sia nata per apportare un contributo all’iniziativa “La Valle del primo presepe”, della quale è in corso la prima edizione. Un’iniziativa della diocesi che, oltre ad avere un valore religioso e spirituale, è anche un importante contributo allo sviluppo locale, perché valorizza luoghi ed eventi unici del nostro territorio.
«Il progetto de “L’artigianato interpreta la Natività” – ha sottolineato la direttrice – ha un particolare valore perché recupera, attraverso il valore estetico, un artigianato artistico e tradizionale quasi scomparso a seguito della perdita del valore d’uso dei prodotti manufatti».
È stata poi la volta di Silvana della Angeletti e Ruzza, lo studio di design che ha dato forma al progetto, attraverso una ricerca sul senso profondo del francescanesimo che ha portato ad individuare le parole chiave “assenza, essenza, armonia e verità”. A partire da queste parole e attraverso il linguaggio della sottrazione, la sfida è stata ricercare la forma espressiva della semplicità capace di parlare al cuore delle persone. Daniele Ruzza ha poi sottolineato come gli oggetti prodotti esposti esprimono la sapienza del lavoro artigiano, del saper fare che è ancora vivo e sa di poter competere raggiungendo grandi livelli.
Sonia Mascioli è intervenuta nella doppia veste di artigiana e presidente della Casa delle donne di Amatrice e Frazioni. Nel suo intervento ha richiamato il valore di questo progetto in chiave di rinascita, quella stessa rinascita assegnata ai laboratori di artigianato che stanno per essere realizzati nella nuova sede della Casa delle donne.
Poi la presentazione di Gianluca Maggi, Vincenzo, Alvaro e Gianmarco Angelelli e Antonio Mercadante che hanno realizzato con amore, dedizione e competenza i bellissimi oggetti. Tutti loro hanno sottolineato il valore del progetto e della cooperazione.
Infine le conclusioni del vescovo, che ha illustrato il valore del ritorno al presepe inteso come greppia, mangiatoia, – dal latino praesepium – a partire dall’intuizione francescana che deve partire dal basso, nell’ottica dell’economia civile citata da Stefano Zamagni all’ultimo incontro pastorale della Chiesa di Rieti. Infine, richiamando anche il discorso alla città fatto in occasione della solennità della santa patrona, ha ricordato le «frecce nell’arco dello sviluppo del nostro teritorio»: l’acqua, l’università e la Valle Santa.
Al termine, il presidente della CNA di Rieti, Arnaldo Cesarini, ha fatto omaggio al vescovo di un prototipo di quelli presentati: un presepe in ottone e ceramica.