Italiane rapite: mosse dal desiderio di cambiare il mondo

E poi dicono che i giovani d’oggi non hanno più ideali. Che stanno “sdraiati”. Che ciondolano senza scopo accoccolati allo smartphone. Poi un bel giorno capita che scompaiano due ventenni in Siria, due ragazze belle, intelligenti, generose che si chiamano Vanessa e Greta. Che non erano lì avventurosamente in gita per provare l’emozione del proibito, ma per cercare di aiutare una popolazione stremata dalla guerra civile attraverso una onlus fondata proprio da loro. A 20 e 21 anni. Trascinate da un progetto, da un’aspirazione, da un desiderio. Di quelli che i ragazzi non hanno paura di provare, a differenza di troppi adulti che hanno dimenticato cosa voglia dire nutrire un sogno e fare di tutto per realizzarlo. Quell’intraprendenza, mista all’incoscienza, che ti fa fare cose rischiose, insensate ed entusiaste.

Certo, il volontarismo spontaneo è una gran bella cosa, ma spesso è destinato a far danni, come ricordano da anni i cooperanti preparati e impegnati che operano in tante parti disperate del mondo. Le due ragazze sono partite un po’ ingenuamente, convinte di superare criticità, sorrette da un nobile proposito e che bastasse un minimo di accortezza per cavarsela e riuscire a fare qualcosa di utile, di indispensabile, di urgente nel cuore. Ma non si parte per andare in un Paese in guerra per ‘dare una mano’: dove, come, con chi? Immaginiamo la preoccupazione e l’angoscia dei genitori, dei familiari e degli amici in queste ore, in cui le domande si affastellano e non trovano risposta: forse le dovevamo fermare? Forse avremmo dovuto trattenerle? Forse dovevamo imporci e dire che era troppo pericoloso?

Il pensiero va alle altre due volontarie (le due Simone) rapite in Iraq giusto dieci anni fa. Allora ci fu il pagamento di un riscatto, oggi la situazione è ancora troppo incerta per azzardare qualsiasi previsione, ma restano in questa vicenda molti punti oscuri. Come hanno fatto due ventenni, donne, con poca esperienza e nessun ‘aggancio’, ad arrivare in zone dove anche le organizzazioni più radicate sul territorio faticano a inserirsi? Chi le ha fatte entrare e, soprattutto, perché? Anche sciogliere questi nodi può aiutare a riportare a casa Vanessa e Greta, di cui non lodiamo certo l’incoscienza, ma, almeno, riconosciamo lo spirito intrepido. Quello che ti fa partire, fare, brigare per qualcosa, per qualcuno, per un ideale più grande e ti fa pensare che per quanto il mondo sia brutto, c’è sempre spazio per cambiarlo.