Il teologo Morandini al Meeting dei Giovani: «la febbre della terra non ci lascia secoli ma decenni»

Il 4 gennaio, il fisico e teologo Simone Morandini ha catturato l’attenzione dei ragazzi riuniti a Greccio per il Meeting dei Giovani, parlando in modo chiaro e comprensibile del difficile tema ambientale affrontato da Papa Francesco nella Laudato si’. Attraversando i capitoli dell’enciclica lo studioso si è soffermato sui punti chiave e le citazioni più significative.

«Partire dalla bellezza» questo il suo invito iniziale: dobbiamo «respirare lo spirito della creazione», di quella «incarnazione profonda» di cui parla il teologo Gregersen. Questo perché la terra, «nostra sorella che geme e soffre» come dice il Papa, ha bisogno di cura. Infatti «la febbre della terra non ci lascia secoli ma decenni», siamo direttamente coinvolti non possiamo aspettare ancora: abbiamo «15 anni per cambiare».

Questa è l’urgenza espressa dall’enciclica secondo Morandini, che ha sottolineato come «la Laudato si’ convoca a trovare progetti di cura» per una terra che «sembra tremare sotto i piedi». Anche l’alleanza tra l’uomo e il creato è un tema forte uscito «dalla penna e dal cuore del Papa».

Nonostante la complessità degli argomenti il discorso dello studioso coinvolge la platea che dimostra di avere curiosità in proposito. Un seminarista ha chiedesto se il tema della «conversione ecologica» non scivoli nel naturalismo dei presocratici. Il teologo ha risposto che l’espressione di Papa Francesco, ideata dal santo Papa Giovanni Paolo II, ha un chiaro fondamento nella Bibbia.

E proprio il testo sacro ispira una riflessione su un «problema di traduzione» legata al rapporto con l’ambiente. Tutte le versioni oggi disponibili rendono con «dominare e soggiogare» la terra, parole che in ebraico evocano invece il concetto di «uomo pastore del creato».

Nell’intervento di Morandini c’è stato spazio anche per una piccola polemica accademica. Ha rimproverato infatti alle università di aver accorpato il corso di teologia della creazione nell’antropologia teologica, rischiando di lasciar scivolare verso una sorta di antropocentrismo la visione cristiana del rapporto col creato.

Ma il cuore dell’argomentazione di Morandini va cercata nella misericordia che «ci spinge alla cura». A sostegno di quest’idea ha citato Enzo Bianchi (ama la terra come te stesso) e Isacco di Ninive (un cuore misericordioso è infiammato di amore per la creazione).

La citazione che però resterà di più nella memoria dei presenti è quella del cantautore Giorgio Gaber: «le idee sono come le cipolle» per capirle bisogna assaggiarle. Insomma per comprendere davvero il messaggio della Laudato si’ alla cura e custodia della creazione dobbiamo impegnarci in prima persona.

Foto di Massimo Renzi.