Il «Coordinamento Reatino Antifascista» contro le Sentinelle in Piedi

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato del «Coordinamento Reatino Antifascista», più precisamente firmato da Anpi Provinciale di Rieti, Stefano Micheli (Segretario Prov.le PdCI Rieti), Lucia Allegra (Segretario Prov.le PRC Rieti), Maurizio Camerini (Segretario Prov.le SEL Rieti), Giovanni Ludovisi Movimento Mettici del Tuo Rieti, Gennaro Cicala (Segretario Prov.le Partito Comunista Rieti), Arci Comitato Provinciale di Rieti.

È di questi giorni la notizia di un’iniziativa delle “Sentinelle in Piedi” che sabato 13 dicembre presidieranno Piazza Vittori a Rieti con le loro veglie silenziose.

Questa rete di cittadini, che nella propria presentazione sottolinea di non essere un movimento, ma una resistenza di persone, si riunisce in piazza a difesa della famiglia naturale e per la libertà d’espressione, stando in piedi e leggendo libri in silenzio.

Sono la trasposizione nostrana del movimento dei Veilleurs debout, nato in Francia nell’estate 2013 a seguito delle manifestazioni contro la legge Taubira sulle nozze gay. A seguito di queste massicce manifestazioni infatti diversi oppositori del “marriage pour tous” vennero arrestati. Da lì la scelta di utilizzare le veglie silenziose come metodo di protesta, che non potessero essere interrotte in quanto pacifiche e non violente.

Tale modalità viene riprodotta analogamente nelle piazze italiane, ma cosa si nasconde dietro a questi silenzi carichi di pregiudizi e bigottismo?

Le Sentinelle dichiarano di vegliare contro il Ddl Scalfarotto, proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia, che intende estendere anche alle discriminazioni fondate su orientamento sessuale ed identità di genere la legge Mancino-Reale, che ha reso esecutiva in Italia la convenzione internazionale sull’eliminazione della discriminazione razziale. I seguaci delle Sentinelle in Piedi dichiarano infatti che questa proposta di legge è “fortemente liberticida”, in quanto limita il diritto di opinione nei confronti degli omosessuali, del loro diritto di unione e di adozione.

Utilizzando l’escamotage del dissenso silenzioso e “pacifico”, questa rete sta velocemente prendendo piede e si sono moltiplicate, negli ultimi mesi, le veglie nelle piazze italiane, giungendo fino a Rieti.

Possiamo davvero parlare solo di diritto di espressione e libertà di opinione quando questa intende precludere diritti ad altri? Questi liberi cittadini si sentono in dovere di proteggere la società, di dover vigilare l’operato dei legislatori solo nei confronti di una discriminazione di una parte della popolazione, quella omosessuale e transgender. Può essere definita semplice opinione quella che considera una legge contro l’omofobia come distruttrice dell’uomo e della società?

Siamo proprio sicuri che si tratti di un’organizzazione apolitica e non religiosa?

La matrice cattolica traspare (neanche troppo velatamente) in tutte le affermazioni del movimento, come il continuo sottolineare l’immoralità e degenerazione della civiltà data da unioni che non rientrano nei canoni della “famiglia naturale”, composta esclusivamente da coppie uomo-donna, unici detentori del diritto ad essere famiglia.
Le fonti giornalistiche citate sullo stesso sito web delle Sentinelle si rifanno alla stampa cattolica come il quotidiano Avvenire o il settimanale Tempi, inserto domenicale dell’Osservatore Romano e promotore delle idee di Comunione e Liberazione.

La preponderanza di uno stampo fortemente cattolico, non esplicitato da simboli, ma costante substrato delle affermazioni delle Sentinelle, ha fatto sì che sia passata quasi inosservata la presenza tra le fila dei veglianti di esponenti di Casapound e Forza Nuova, che in più occasioni sono stati rimproverati per aver utilizzato metodi chiassosi ed invasivi, rimandando in maniera troppo chiara questi presidi ad ideologie di destra.

Perché questo movimento vuole proprio agire celandosi dietro una finta neutralità, ma portando avanti preconcetti chiaramente destroidi e conservatori.

Ma sono le iniziative collaterali e preparatorie alle veglie che smascherano definitivamente il sentimento fortemente omofobo delle Sentinelle in Piedi.

Coincidenze? A Rieti l’iniziativa delle sentinelle in piedi coincide con l’inaugurazione della sede di casapound, sabato 13 in pieno centro cittadino a Rieti.

La gravità delle affermazioni portate avanti da questi gruppi di persone, movimento trasversale alla penisola, non si limita solamente al concetto della famiglia naturale, ma proclamando la libertà di educazione dei figli, si fa anche promotrice di vere e proprie campagne d’odio nei confronti dell’ “ideologia gender” o “propaganda omosessualista” nelle scuole, scagliandosi ad esempio contro gli opuscoli dell’UNAR sull’educazione alla diversità o su dibattiti ed incontri di approfondimento per combattere il fenomeno del bullismo, che sempre più spesso colpisce gli adolescenti omosessuali, che nel contesto scolastico si ritrovano ad essere bersaglio di offese e percosse.

Ci risulta ormai difficile capire perché l’ipotesi di apertura verso un modello educativo inclusivo presente fin dall’infanzia, con l’integrazione di tematiche LGBT nei programmi scolastici e la presa in considerazione di una comunicazione non stereotipata e rispettosa delle identità di genere (qualsiasi essa sia) e degli orientamenti sessuali, sia ancora per qualcuno sinonimo di immoralità. Ampliare la nostra coscienza e consapevolezza su determinati temi, così intimi e focali, non può che farci riflettere; avere dinnanzi una pluralità di modi di essere, tutti dissimili, variabili ma altrettanto degni di rispetto non può che combattere la paura verso “il diverso”.

Contrastare l’omofobia e la transfobia significa combattere contro l’odio di chi non accetta la libertà altrui, contro coloro che si rifanno ad una differenza tra sessi preimpostata, esclusiva e violenta nei confronti di chi non si identifica nelle due solite caselle del femminile e del maschile. Natura e Contro Natura, giusto e sbagliato, qui l’antropologia insegna, tutto è relativo.

Per questo vogliamo strenuamente difendere la libertà di essere, di vedere riconosciuti i diritti delle persone al di là del genere e dell’orientamento sessuale, contrastando ai silenzi carichi d’odio e repressione, la rumorosa e colorata molteplicità di ciò che siamo.

Perché ad ogni veglia silenziosa si contrapponga una quotidiana battaglia per il diritto ad essere, vivere ed amare.

“Il silenzio oggi non è nient’altro che un’arma in mano a fascisti di vecchia conoscenza e omofobi di nuova generazione, uniti in una pericolosa alleanza, che sulle nostre vite e i nostri diritti vorrebbe poter imporre veti. Non è un caso che in città come Milano, Bergamo, Brescia, Firenze, solo per citarne alcune, questo movimento ha svolto le iniziative assieme a Forza Nuova e CasaPound”.

“La presenza a Rieti di una sede di CasaPound ci fa pensare che sicuramente non si sottrarranno a questa possibilità di essere sdoganati e legittimati come forza politica dalla faccia pulita”.

Per questo l’appuntamento per tutti gli antifascisti e i sinceri democratici è per sabato alle ore 16.30 in Piazza a Rieti, per dire NO all’oscurantismo bigotto delle Sentinelle e per dire NO ai fascisti a Rieti.

4 thoughts on “Il «Coordinamento Reatino Antifascista» contro le Sentinelle in Piedi”

  1. Luigi Conti

    Inutile precisare che le sentinelle non hanno nulla a che spartire né con Forza Nuova, nè con Casa Pound, nè con NESSUN altro gruppo, movimento o partito politico, è inutile perché tutte le comunicazioni mai fatte dalle sentinelle, sia a livello locale che nazionale, ribadiscono l’assoluta apartiticità delle nostre iniziative. Aggiungo queste righe appena per sottolineare che gli estensori di questa nota, che riprendono il nostro comunicato quasi riga per riga, devono essersi stancati di leggere prima della fine, altrimenti non avrebbero potuto non notare che la data della veglia di Rieti coincide con un round di veglie nazionale, e che lo stesso giorno si veglierà anche a Udine, La Spezia, Bolzano, Parma, Forlì, Brescia, Roma e Milano, il voler a tutti i costi collegare quella data a piccole beghe reatine di cui nulla sappiamo è quanto meno segno di narcisismo e autoreferenzialità.

    1. Luigi Conti

      Se posso aggiungere una postilla, approfittando dell’ospitalità di Frontiera, e pur nella consapevolezza che i complimenti che mi sento di fare a questa testata aggraveranno nei miei confronti l’accusa di essere (velatamente, si capisce) nientemeno che un cattolico, aggiungerei che quando si fa una manifestazione politica, mettiamo anticomunista, o antifascista o magari antiliberale, non si fa “contro” i diritti di qualcuno, o men che meno contro le persone, credo che il “Coordinamento Reatino” concorderà che essere politicamente schierati come antifascisti non equivale a considerare le eventuali persone di simpatie fasciste come subumani, cittadini di serie B, o individui a cui bisogna togliere diritti.
      Si è a favore di una linea politica il che comporta non essere a favore delle proposte contrarie. La stessa cosa vale per noi, convinti che il rispetto rigoroso di tutte le persone e di tutti gli stili di vita, NON si possa per nulla estendere a tutte le proposte politiche, alcune sono buone e accettabili, altre lo sono molto meno, altre ancora sono disastrose, e vanno combattute, civilmente e democraticamente, città per città, piazza per piazza.
      E naturalmente, ce n’est qu’un début!

  2. Guglielmo

    il silenzio è un’arma pericolosa..wow.. che profondità che ha questa affermazione, adesso anche il fare nulla è violenza.. Certo, stare in piedi in silenzio ora è come il fascismo, invece riempire di botte e insulti come è accaduto a bologna mandando al pronto soccorso anche donne e bambini non è fascismo.. La parola libertà credo che sia morta insieme al suo significato..

  3. Massimo Casciani

    Gli opuscoli dell’UNAR sono una follia priva di valore scientifico, anzi un’aberrazione, e sono stati ritirati perché contro ogni pedagogia e soprattutto perché rappresentano un’ideologia di Stato che vuole indottrinare perfino gli insegnanti, oltre che gli alunni. Il tentativo di omologare tutti senza differenze è sottoculturale e nasconde un progetto che non è quello della eliminazione di discriminazioni, ma quello di far passare per giusto ciò che è quantomeno discutibile e opinabile. Tutti i cattolici (e le donne e gli uomini di buona volontà) devono essere contro le discriminazioni nei confronti degli omosessuali. Ma è scorretto associare questo concetto sacrosanto a quello per cui siamo tutti uguali e che è indifferente essere maschio, femmina, o tutte e due o niente. A situazioni diverse devono corrispondere trattamenti diversi, non discriminanti, certo, ma non per questo uguali agli altri.
    Qui la religione non c’entra. Lo Stato tutela la famiglia eterosessuale (naturale) non perché i due etero si amano, concetto che allo Stato non interessa, ma perché la famiglia etero è a fondamento della società, perché dagli etero nascono i figli, di solito, dai gay no. L’amore tra due persone gay è irrilevante per lo Stato come lo è l’amore degli etero. Chi pensa le cose che penso io non è omofobo, semplicemente esprime un’opinione che ha il diritto di esprimere.
    Infine, non si capisce perché il pensiero dei cattolici va bene quando parlano contro la guerra, contro le morti sui barconi et alia, e non va bene quando si esprimono forti perplessità e resistenze su equiparazioni che, oltretutto, porterebbero anche ad impegni economici notevoli da parte della collettività.

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