Il caffè teologico: un espresso ragionato

Dio esiste? È una fortuna avere domande importanti come questa. E l’ennesima dimostrazione c’è stata lunedì 11 maggio all’Auditorium dei Poveri. Un gruppo di persone dalle convinzioni più disparate si è confrontato su questa centrale questione teologica.

Dopo i convenevoli si è passati subito ad un classico delle dimostrazioni “razionali” dell’esistenza divina: la prova ontologica di Anselmo d’Aosta. Benché l’argomentazione non sia affatto banale, la chiara e semplice illustrazione che ne è stata data, dall’insegnante di religione Massimo Casciani, ha permesso di non ingessare il dialogo. E infatti ognuno è stato stimolato a esprimere il proprio parere sul ruolo della ragione nella fede.

Fin dall’inizio però è stato chiaro che sono le esperienze personali a fare da scintilla alla fede. Chi una frase, chi un episodio della vita, chi una sensazione. Tutti, anche i non credenti, hanno raccontato di aver sperimentato (e sperimentare), a modo loro, un sentimento d’assoluto.

Comunque nel corso dell’incontro si è parlato di molti argomenti. Sogno, amore, abbandono, desiderio, scelta, principio e altro ancora. Tutto però nell’ambito di una discussione pacata e a tratti divertente. Per una volta il rispetto delle posizioni altrui non è mai stato in discussione. E crediamo che la stessa cosa si ripeterà nell’appuntamento di lunedì prossimo.

Alla fine si è convenuto che l’esperienza è il punto di partenza per approdare alla fede, senza per questo rinunciare alla ragione. Ma anzi applicandola pienamente nella propria ricerca di Dio, qualunque sia il risultato.

Il caffè (non solo metaforico tra l’altro) si è quindi rivelato un utile strumento per partecipare ad un discorso millenario. E per questo sempre attuale.