La mancata azione da parte delle Ater di repressione dell’abusivismo e dell’illegalità nell’occupazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica è tema d’attualità e di confronto nel Paese, tra le Istituzioni e spesso anche dei media nazionali.
A fronte di questo contesto, appare francamente controcorrente e poco comprensibile chi, negli ultimi tempi, contesta l’azione messa in campo dal nuovo corso dell’Ater di Rieti finalizzata a locare gli alloggi solo ed esclusivamente a chi ne ha i titoli.
E’ evidente che un procedimento legale finalizzato ad ottenere il rilascio di un alloggio – procedimento che per l’Ater rappresenta anche un impegno economico – serve solo a fare in modo che quell’alloggio venga assegnato a chi ne ha veramente diritto.
Per troppo tempo si è ingenerata la convinzione che, una volta entrati in possesso di un alloggio pubblico, esso rimanga ‘a vita’ nella disponibilità dell’occupante anche nei casi in cui, nel frattempo, dovessero venir meno titoli e condizioni per averne diritto. E’ necessaria, dunque, un’inversione di tendenza concettuale che solo una politica consapevole delle finalità sociale perseguite dall’Ater, come quella che si sta mettendo in campo proprio a Rieti e provincia, può effettivamente determinare. Appare demagogico tacciare l’Ater di Rieti di eccessiva rigorosità dato che le azioni che si stanno compiendo sono basate esclusivamente sul rispetto della Legge e il perseguimento delle finalità sociali dell’Ente. Queste sono le linee guida adottate dal Commissario Straordinario Eliseo Maggi e condivise dalla strutture aziendale, con l’unico intento di rendere uniforme il trattamento per tutti gli inquilini e di scovare casi di occupanti senza titolo, per fare in modo che le abitazioni tornino a disposizione delle tante persone che, purtroppo, ne hanno realmente bisogno, avendo pieno diritto ad ottenerle.
Al fine di rendere più chiari questi concetti, si forniscono alcuni dati.
- Sono 25 le Procedure di rilascio in corso contro gli occupanti abusivi, cioè senza il titolo per occupare l’alloggio per perdita dei requisiti durante il periodo di permanenza o per essersi arbitrariamente impossessati dell’alloggio stesso.
- dal 2013 l’Azienda ha avviato, inoltre, 95 procedimenti per recupero morosità che, in caso di riscontro non positivo, possono avere come esito finale lo sfratto per morosità. La cifra relativa a questi procedimenti ammonta a circa €793mila; a questo si aggiungano gli altri procedimenti in corso, avviati in precedenza, contro inquilini ed ex assegnatari sempre per recupero dei canoni insoluti e contenzioso vario.
Dalla lettura di questi dati, è davvero facile comprendere come l’accusa di gestione parziale tesa a favorire solo gli interessi di alcuni è assolutamente falsa. Si è, invece, in presenza di un’azione tesa ad assecondare chi ha reale necessità, perseguendo con mano ferma comportamenti non legittimi o non rispettosi del patrimonio sociale, che non solo recano danno all’Ater ma, molto più importante, alle fasce di popolazione che hanno necessità di alloggi di edilizia pubblica. Senza contare che gli affitti non pagati da chi ha la capacità di farlo rendono difficile, se non impossibile, anche la manutenzione degli alloggi, dato che proprio gli affitti rappresentano l’unica fonte di sostentamento per l’Ater.