Sentendo parlare di Tenerezza vengono in mente sostanzialmente le solite toccanti immagini: il viso di un bambino, una mamma che allatta, adolescenti che si scambiano le prime effusioni romantiche. Un sentimento proprio dell’infanzia e dell’adolescenza insomma, sicuramente adatto ad un romanzo rosa. In ogni caso un’espressione di fragilità, manifestazione di un bisogno di attenzioni, propria dell’intimità, da coltivare nel privato.
Domenica scorsa, 7 aprile, presso il Centro Pastorale San Michele Arcangelo di Contigliano, don Carlo Rocchetta ha raccontato e spiegato alle circa 20 coppie di sposi presenti che la tenerezza è tutt’altro che questo. La tenerezza può essere una scelta di vita ed una vocazione per gli sposi cristiani. È la gioia di essere amati e di amare riconoscendo umilmente di essere amati a nostra volta da Dio.
Alle coppie presenti all’evento Don Carlo, accompagnato proprio da una famiglia che fa parte degli Amici della Casa della Tenerezza, composta da Federico, Francesca e la piccola Viola, ha parlato della “Scelta della Tenerezza come progetto di vita nuziale” attraverso due dimensioni vitali: «quella della relazione affettiva con l’altro da sé (il coniuge in primis) e quella della nostra relazione con Dio e della tenerezza che riceviamo da Lui. Dio è Tenerezza per primo, verso gli sposi cristiani e attraverso lo Spirito Santo “dona loro un cuore nuovo perché siano capaci di amarsi come Cristo ama la Chiesa”» (Familiaris Consortio, 13).
È proprio la Tenerezza il “trucco” che permette a chi sceglie di sposarsi in Cristo di aspirare al “per sempre”, «il dono di Dio che rende gli sposi capaci di ri-innamorarsi ogni giorno e rinnovare la freschezza del loro Amore».
Nel pomeriggio i lavori si sono aperti con la visita del Vescovo Domenico, che assieme a Don Carlo ha espresso e rinnovato la sua considerazione rispetto all’importanza che le famiglie e gli sposi cristiani in particolare hanno per il progetto di vita della Chiesa. Accanto ai consacrati e ai sacerdoti infatti, le coppie di sposi sono un vero e proprio centro propulsivo di evangelizzazione e di speranza. Per il vescovo, quindi, «gli sposi non sono solo fruitori, utenti, della Chiesa ma sono nella Chiesa».
In seguito, i concetti esposti durante la mattinata sono stati concretizzati in un lavoro di gruppo che ha visto separarsi uomini e donne chiamati a declinare dieci comportamenti o atteggiamenti concreti attraverso i quali vorrebbero ricevere tenerezza dal coniuge. Ne è risultato che molti dei comportamenti desiderati da entrambi i coniugi sono simili o complementari. Don Carlo ha invitato dunque le coppie presenti a lavorare su quanto emerso, a comunicare senza paura all’altro i propri bisogni, a venirsi incontro amorevolmente perché siamo tutti, essenzialmente, esseri di Tenerezza.
Dopo i saluti e la visita del Direttore della Commissione per la pastorale della Famiglia Dom Luca Scolari, la giornata si è conclusa con la Santa Messa celebrata da Don Carlo Rocchetta e concelebrata da Padre Marcello Bonfante. Durante la celebrazione, ampia rilevanza è stata data alla presentazione delle attività che i bambini e i ragazzi hanno realizzato durante la giornata, attività strutturate e realizzate dalle operatrici dell’ACR che in ognuno degli incontri di questo ciclo hanno guidato con cura ed attenzione le attività di bambini e ragazzi consentendogli di svolgere un percorso di spiritualità parallelo a quello degli adulti ma declinato secondo la loro età, senza dimenticare l’importanza degli spazi di svago e dei momenti di socializzazione.