Federazione della Sinistra: «Si scrive lavoro, si legge democrazia»

«La raccolta firme in difesa del mondo del lavoro rappresenta una straordinaria occasione non soltanto per difendere il principio che non si può accettare la compressione dei diritti, ma anche per identificare e rilanciare il mondo del lavoro come soggetto vitale della e per la democrazia. Ed in ultima analisi è questo anche il migliore antidoto a quel senso diffuso di scollamento e rifiuto verso la politica che troppo frettolosamente viene  spesso identificato nella generica formulazione dell’antipolitica». Così i Giovani Comunisti, Federazione della Sinistra Comune di Rieti.

«Due quesiti, dunque – spiegano dal gruppo – per due diversi articoli. Il referendum sull’art. 18 interviene sulla riforma siglata dal ministro Fornero. Il governo ha cancellato la norma che imponeva il reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa o giustificato motivo a fronte di una sentenza del giudice favorevole al lavoratore. Il comitato promotore parla di una “manomissione in piena regola” del principio guida dell’art. 18. “Il governo – si legge nella comunicazione che accompagnava i quesiti al momento della presentazione in Cassazione – ha agito con forte iniquità sul tema cruciale del mercato del lavoro, scegliendo di aggredire i diritti, le conquiste storiche del movimento operaio e il sistema di protezione sociale pubblico”. Ovviamente, secondo il governo, come ripete sempre il ministro Fornero, “per combattere gli effetti della crisi”».

Prosegue la nota: «La modifica dell’art.8 ci ha parlato di una stagione di declino, dove fu messo in atto da un berlusconismo alle sue fasi terminali il maldestro tentativo di ultima supplica verso i poteri forti per evitare la sua cacciata. Si è provato a barattare, perché di questo si è trattato, la possibilità di derogare la contrattazione nazionale in cambio di una maggiore clemenza nei tempi del redde rationem all’interno del capitalismo nostrano. Ma oltre a non essere servito ad evitare l’arrivo di Monti, il fatto gravissimo che tutto ciò ha invece prodotto è stato di aver portato il metodo Marchionne da eccezione a regola, e dunque la possibilità che uno strappo violento alla logica della contrattazione tra le parti sociali a livello aziendale abbia maggiore valore di un accordo nazionale. Un vero e proprio atto di prevaricazione della parte più forte su quella più debole: dobbiamo ristabilire il principio che i diritti devono essere certi per tutte e tutti ed inseriti in un’unica cornice non derogabile da nessuno».

«Per questo – concludono i Giovani Comunisti – anche a Rieti da è possibile firmare all’urp del comune e nei prossimi giorni saranno distribuiti i moduli in tutti i comuni della provincia. A partire da sabato 27 ottobre inoltre sarà possibile per i cittadini di Rieti e Provincia firmare anche ai banchetti, che per questo primo week end di raccolta saranno organizzati dai Giovani Comunisti di Rieti».