Il consiglio comunale di Fara in Sabina ha approvato il Regolamento per la disciplina dell’Imposta unica comunale (Iuc), le aliquote della Tasi (tassa sui servizi indivisibili) e quelle dell’Imu (imposta municipale unica).
Per quanto riguarda l’Imu, si conferma l’aliquota dell’1,06% sui beni immobili diversi dall’abitazione principale, mentre quelli utilizzati direttamente ad uso strumentale dal proprietario per lo svolgimento della propria attività produttiva (gruppo catastale D1/D9) pagheranno soltanto un’Imu dello 0,86%. L’Imu sull’abitazione principale resta solamente per le cosiddette “case di lusso” (cat. A1, A8 e A9) con un’aliquota dello 0,35%.
Sulle abitazioni principali si applica la Tasi con l’aliquota dello 0,25% che si calcola sulla rendita catastale dell’immobile. Per i fabbricati rurali strumentali, invece, l’aliquota è dello 0,1%. I servizi parzialmente coperti dalla Tasi saranno: polizia locale, manutenzione strade, illuminazione pubblica, istruzione, manutenzione aree verdi, anagrafe. Servizi che i cittadini, attraverso la Tasi, coprono in misura nettamente inferiore al 50%.
«La Tasi è erroneamente definita “tassa servizi indivisibili”; in verità così com’è, cioè calcolata sui beni immobili, non è nient’altro che un’Imu mascherata. Inoltre, per quegli immobili come i capannoni industriali (cat. D), quasi il 90% dell’Imu va direttamente allo Stato, poiché abbiamo stabilito nell’uno per mille l’addizionale comunale, quindi rinunciando ad un’entrata considerevole, come agevolazione per garantire un po’ di ossigeno all’economia cittadina. Stiamo pagando a caro prezzo un federalismo fiscale al contrario: il governo prima ha azzerato i trasferimenti ai comuni, poi li costringe a fare gli esattori delle tasse per conto dello Stato. Le tariffe individuate vanno a parziale copertura dei mancati trasferimenti statali e i tagli che ammontano a centinaia di migliaia di euro anche quest’anno. Mi associo alle voci di protesta dei sindaci di tutta Italia, senza distinzione politica, chiamati a lavorare in condizioni economiche e finanziarie impossibili; uno stato di disagio che diviene frustrazione quando passano gli anni, cambiano i governi ma per gli enti locali la salita si fa sempre più ardua». E’ quanto dichiara il sindaco Davide Basilicata.