Ennesimo annuncio di chiusura di un sito produttivo

sfratto

L’ennesimo annuncio di chiusura di un sito produttivo, tra pochi giorni potrebbe diventare realtà.

Infatti il 16 aprile il tribunale di Rieti si dovrebbe pronunciare su una richiesta di sfratto dai capannoni industriali di Borgorose, presentata dalla curatela fallimentare dalla Centro Sud Prefabbricati SpA in liquidazione, alla ditta Ecostrutture Ambiente e Prefabbricazione Srl e ai 47 dipendenti che attualmente vi lavorano.

«Brevemente – dicono i sindacalisti Mario Spaziani (Feneal-UIL) e Claudio Coltella (Fillea CGIL) – cerchiamo di riassumere la storia di questo ennesimo dramma per il nostro territorio. Nel 2009 La E.A.P. Srl, rileva dalla CSP Spa in concordato preventivo, l’attività trentennale di produzione di prefabbricati in cemento, e con essa tutti i dipendenti, e la speranza di recuperare mercato che la crisi, e una gestione finanziaria poco oculata, avevano portato sull’orlo del fallimento; Che è comunque avvenuto a luglio dello scorso anno venendo meno i presupposti da cui il concordato era nato».

«La EAP Srl – proseguono – forte dell’esperienza professionale delle maestranze e della rinnovata energia dirigenziale ha tentato l’operazione di rinascita; ma complice la situazione generale del settore dei prefabbricati, destinati in massima parte alla realizzazione di edifici industriali, e la difficoltà di accesso al credito , non è riuscita a raggiungere gli obbiettivi prefissati, ed è rimasta indietro con i pagamenti dell’affitto, il che ha provocato l’ingiunzione di sfratto che il 16 aprile si discuterà in tribunale».

«L’attività in questi tre anni – spiegano i sindacalisti – e stata discontinua ma ha assicurato ai lavoratori un posto di lavoro e ad oggi ci sono commesse in arrivo che sono state bloccate a causa della possibilità dello sfratto. I lavoratori della EAP riuniti in assemblea con l’intento di difendere il posto di lavoro, anche attraverso la costituzione di una cooperativa che rilevi la produzione, hanno richiesto all’ASI un intervento nel fallimento che valuti la possibilità di rilevare il capannone industriale, che è stato impiantato con finanziamenti pubblici e quindi rientra nelle disposizioni di riacquisizione di aree industriali dismesse, ma nel contempo richiedono a tutti i soggetti che possono avere un titolo in questa vicenda di mobilitarsi, al fine di valutare possibili proroghe dello sfratto che equivarrebbe a licenziare i lavoratori oramai dipendenti di un’azienda priva della possibilità di produrre nonostante le nuove commesse in entrata».

«Con queste motivazioni – concludono Spaziani e Coltella – i lavoratori saranno presenti con un presidio davanti al Tribunale di Rieti martedì prossimo per manifestare la loro determinazione a difendere il posto di lavoro in un territorio che non offre altre opportunità».