La domanda, non è «che mondo lasceremo ai nostri figli», ma una più inquietante: «quali figli lasceremo a questo mondo?». Un quesito al quale ha provato da dare voce e risposta il vescovo Domenico in un intervento su RadioRai, all’interno della puntata di ieri sera della trasmissione Ascolta si fa sera. Un breve discorso che ha preso le mosse dall’esortazione apostolica post sinodale Amoris laetitia, nella quale papa Francesco mostra che «la gioia dell’amore non può fare a meno di interrogarsi sul potenziale educativo della famiglia».
«Questa – ha spiegato mons. Pompili – è il primo luogo in cui si impara a collocarsi di fronte all’altro, ad ascoltare, ad aiutare, a condividere, a supportare. Francesco non ritiene che l’educazione debba essere “ossessiva”, deve però essere integrale: quello che conta non è controllare gli spazi del figlio cercando di tenerlo ad un guinzaglio, magari tecnologico, ma sapere dove si trova in senso esistenziale». Occorre cioè conoscere «i suoi desideri, i suoi obiettivi, le sue convinzioni». E l’educazione deve coprire tutti gli “ambiti vitali”: «l’intelligenza, la volontà, la fede, l’amore».
Per questo «Francesco non evita di pronunciare un netto sì all’educazione sessuale, purché sia capace ben al di là dell’invito a proteggersi cercando un “sesso sicuro”. Colpisce – ha sottolineato don Domenico – come più che lesinarie risposte provochi i genitori a partire dalla constatazione che il linguaggio del corpo richiede un paziente apprendistato, per permettere al ragazzo di intepretare ed educare i propri desideri, per donarsi veramente».
«Ma – conclude il vescovo – chi si occupa oggi di queste cose, chi è capace di prendere sul serio i giovani, chi li aiuta a prepararsi veramente per un amore grande e generoso?».