“Ero malato e mi avete visitato”: lo studio medico diocesano cambia casa

Sta prendendo forma il progetto diocesano di un palazzo dei servizi al Centro d’Italia. Ultimo arrivato negli ambienti che furono dei Ministri degli Infermi, infatti, è lo studio medico diocesano. Il servizio, nato nel 2014 per volontà del vescovo Delio, inaugurerà la propria attività nei nuovi spazi nel pomeriggio di mercoledì 27 aprile

Il 27 aprile sarà inaugurata dentro palazzo San Rufo la nuova sede dello studio medico diocesano. Uno spostamento effettuato nell’ottica di un potenziamento del servizio che, come sempre coordinato dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute, assumerà anche un nuovo nome: “Ero malato e mi avete visitato”. «La frase – spiega il direttore dell’ufficio Nazzareno Iacopini – rimanda al Vangelo di Matteo, alle opere di Misericordia, e ovviamente riprende le indicazioni per l’Anno Santo».

Cosa cambia tra la vecchia e la nuova sede?
Ovviamente i locali, che per volontà del vescovo Domenico saranno più ampi e accoglienti. Una scelta che da un lato corrisponde al desiderio di mons. Pompili di una crescente vicinanza alle necessità concrete delle persone più fragili, e dall’altro si rendeva necessaria proprio per l’aumento delle richieste, ma anche dei medici e degli infermieri volontari che hanno aderito all’iniziativa. Gli spazi messi gratuitamente a disposizione dalla parrocchia di Santa Lucia sono stati decisivi per l’avvio del servizio, ma erano ormai al limite della loro capacità. Inoltre, la nuova situazione torna a vantaggio di tutte quelle persone che hanno problemi di mobilità, essendo la sede collocata al pian terreno.

E dal punto di vista dei servizi?
Lo studio medico era partito con i servizi di medicina di base. Oggi abbiamo la presenza settimanale di una serie di specialisti in ginecologia, cardiologia, infettivologia, pediatria, medicina interna, pneumologia, gastroenterologia. Abbiamo addirittura uno specialista in medicina estetica: un medico capace di porre rimedio alle devastazioni che talvolta si riscontrano dopo le operazioni chirurgiche. In totale abbiamo 18 medici e 6 infermieri, tutti in servizio volontario. E al lavoro “sul campo” occorre aggiungere una continua offerta di formazione. Ad esempio ne campo del primo soccorso, anche pediatrico, ma non solo.

Sembra quasi una rinascita dell’ex ospedale dei Camilliani…
In un certo senso è così, la nostra rimane una prospettiva esclusivamente caritativa: non lavoriamo in concorrenza, sostituzione o supplenza della sanità pubblica e privata. La nostra struttura intende semplicemente rispondere con la vicinanza alle necessità, talvolta alle urgenze, delle persone più povere e sole, ma sempre in un’ottica di trasparenza e di collaborazione con tutte le realtà mediche e sanitarie presenti sul territorio. Interveniamo direttamente se possibile e opportuno, ma il nostro è innanzitutto un lavoro di ascolto, conforto e indirizzo.

Oggi quali sono i numeri del servizio?
Nella sede “storica” nella parrocchia di Santa Lucia, allestita grazie alla sensibilità di mons. Luigi Bardotti, lo scorso anno abbiamo registrato quasi 800 accessi. Tutte persone in difficoltà che hanno trovato non solo l’aiuto materiale, ma anche la presenza discreta e preziosa di don Luigi, che è anche cappellano della grotta di Lourdes. Ma questi accessi vanno letti insieme al complesso di realtà che ricadono nell’ambito dell’ufficio pastorale. Penso, ad esempio, all’instancabile opera di solidarietà dell’Unitalsi e al fondamentale supporto della Confraternita di Misericordia. Non a caso entrambe le realtà saranno presenti all’inaugurazione.
E le modalità di accesso quali sono?
Lo studio medico è aperto ogni mercoledì dalle 17 alle 19 e ogni sabato dalle 9 alle 11, ma stiamo pensando di ampliare a breve le fasce di ricevimento anche ad altri orari. Nell’attesa ci atteniamo a queste due aperture, che ci sembrano “strategiche”. Specialmente l’apertura del fine settimana, quando l’offerta di servizi sanitari cala drasticamente, soprattutto fuori città. Con i nuovi locali e attraverso le segnalazioni di tutti i sacerdoti saremo infatti in grado di rispondere alle esigenze di tutta la diocesi. In questo senso, lo studio medico può diventare un segno dell’unità della Chiesa locale proprio rispetto alle situazioni più dure della vita.