Ho letto con attenzione il discorso alla città che il vescovo Pompili ha pronunciato in occasione delle festività di Santa Barbara e la nota inviata alla stampa dal Presidente della Fondazione Varrone, D’Onofrio.
Sua Eccellenza il Vescovo sprona la città e la nostra provincia a concentrare le attenzioni sugli asset che rappresentano indubitabili punti di forza delle nostre comunità. E lo fa richiamando la necessità che i corpi sociali esprimano energie positive invece che lasciarsi sopraffare dai problemi.
E con uno spirito nuovo invita tutti a non abbandonare il tratto “gentile” che caratterizza la nostra terra, ma ad utilizzarlo per avere sempre più consapevolezza dell’unicum in cui siamo immersi: «un unicum ambientale-culturale-religioso che ha nella natura il suo contesto, nella cultura la sua matrice, nella fede la sua radice», dice il Vescovo. E ci ricorda la forza del patrimonio idrico, l’esperienza universitaria e il Cammino di Francesco come simboli di una comunità che, tutta insieme, può crescere e migliorare le nostre condizioni di vita.
Il Presidente D’Onofrio raccoglie l’invito e lo corrobora con altri spunti di sicuro interesse. Non credo che la politica possa sottrarsi e non comprendere il bisogno di individuare, non solo strade nuove, ma anche un modo di porsi nei confronti dei problemi, lontano dal vittimismo di maniera e della lamentazione fine a se stessa, alzando lo sguardo oltre gli angusti confini.
Ad essa è richiesta una rinnovata capacità di discernere le piccole questioni quotidiane, dalle quali troppo spesso rischia di essere sommersa, dalle scelte strategiche che abbisognano di volontà comuni e di percorsi condivisi, al di là delle legittime appartenenze. Sta alle classi dirigenti raccogliere l’invito, cercando di badare un po’ di più alla sostanza delle cose e meno alla rivendicazione dei meriti.
Per quanto mi riguarda è nota da tempo la mia disponibilità. Non credo infatti che gli stimoli possano essere ignorati. Essi hanno invece bisogno di essere raccolti come sfida comune e con un “tratto gentile” che sappia privilegiare la sostanza delle cose rispetto alle grida vanesie della propaganda.