«Tutti coloro che hanno proposte, che hanno idee, che nella città vogliono dare qualcosa si facciano avanti, perché credo che o noi incominciamo a ragionare insieme – al di là delle appartenenze – o siamo destinati a perderci».
È la premessa fatta da Anna Maria Massimi, titolare della delega alla Cultura nel Comune di Rieti, intervenendo all’Auditorium dei Poveri al terzo appuntamento di “Percezione consapevole di ambienti e spazi significativi”, ciclo di incontri gratuiti e aperti a tutti organizzati dalla Delegazione Fai (Fondo ambiente italiano) di Rieti e dal settimanale «Frontiera» nei mercoledì del mese di aprile in collaborazione con il Cai Sezione di Rieti, l’Associazione culturale Animaeacqua, l’Associazione culturale Domenico Petrini, il Circolo fotografico Fausto Porfili e la Confraternita degli Artisti.
«Il settore della cultura è considerato un po’ la Cenerentola delle Amministrazioni, ma anche a livello nazionale – ha sottolineato Massimi – è il settore al quale ci si rivolge soltanto in maniera terminale. Anche se a parole si dice “bisogna ripartire dalla scuola, bisogna ripartire dalla cultura”. Poi però nei fatti concreti ci sono altre urgenze ed altre emergenze».
Eppure, secondo l’assessore, proprio per questo «stiamo regredendo in un modo spaventoso»: perdere di vista la cultura, infatti, «significa non avere più e non acquisire più gli strumenti necessari per saper leggere la realtà».
Un dato che risuona con il campo di indagine dei quattro “educational” promossi da Fai e «Frontiera» perché «le città non sono altro che l’espressione della cultura del proprio popolo, inteso in senso antropologico», ovvero in relazione con «la storia, la lingua, la religione, i costumi, le regole della comunità che vive in quel luogo».
«Quando penso alla stratificazione delle città, oltre al fatto fisico, penso alla possibilità di comprendere il passato, di fare anche confronti, di cogliere differenze» ha aggiunto l’assessore. «A Rieti qualunque scavo si faccia si trovano i resti delle epoche precedenti. Io credo che queste testimonianze non vadano solo salvate, ma vadano anche valorizzate tramite dei percorsi che possiamo mettere in piedi e che possono offrire a noi per primi, e ai visitatori poi, la possibilità capire il nostro territorio» permettendo oltretutto di «valutare anche quanto avevamo in termini di ricchezza e che si è perduto rispetto a quello che abbiamo acquisito o perduto o rischiamo di perdere oggi».
In base a questa convinzione, Anna Maria Massimi ha annunciato che il Comune parteciperà insieme ai Comuni della Conca velina ad una associazione temporanea di scopo: «quello di andare a studiare il passato attraverso i resti – e ce ne sono tanti – creando un percorso archeologico che può proseguire all’interno della nostra città. Includendo la Rieti sotterranea, ma anche tante altre realtà che ci sono e anche quelle che stanno emergendo grazie ai lavori che si stanno facendo».