Cultura, agricoltura e industria a Rieti. Il vescovo: la chiave è la corresponsabilità

Tra i vari argomenti toccati dal vescovo Domenico Pompili durante il Consiglio Comunale di Rieti del 16 ottobre, che lo ha visto ospite su invito del presidente Marroni e su richiesta dei consiglieri, ci sono le «mille iniziative culturali di questa Città, che sorprendono per qualità e per quantità».

Una vitalità in cui mons. Pompili coglie però il rischio della dispersione, chiedendo di conseguenza alla politica «di vigilare su questa energia che va canalizzata e orientata a fare un servizio che non risulti dispersivo e non sia legato a iniziative individuali che rischiano di far perdere vigore e coesione alla proposta culturale in quanto tale».

E tra le forme della cultura c’è senz’altro quella contadina: «L’Agricoltura è un’arte anch’essa – ha sottolineato don Domenico – sebbene deprezzata nell’immaginario collettivo. Ma ultimamente riscoperta in nome di un diverso rapporto tra uomo e ambiente. Nella Città che ha dato i natali a Strampelli, genio e scienziato, di cui è costretti a mettere in salvo l’omonimo Istituto, si può ben sperare di tornare a farne un volano di sviluppo. Se le diverse sagre riescono a dare un’idea dei prodotti locali, anche qui alla politica si chiede per essere giusta di alimentare un sistema integrato in cui questa singolarità che fa tutt’uno con il contesto di una Città letteralmente immersa nel verde. Ma l’agricoltura per non essere solo una brutta copia del passato oggi deve essere capace di produrre reddito, di incentivare l’occupazione giovanile, di integrare anche fette di popolazione immigrata che si rende disponibile a questa attività».

Un impegno da affiancare alla necessità di porre rimedio «al sogno infranto dell’area industriale» anche tenendo presenti quelle «sacche di resistenza che permangono: vanno agevolate, incentivate grazie ad una corresponsabilità che mentre facilita le difficoltà burocratiche ed amministrative al tempo stesso attende risultati concreti per quanti sono fuori dal mercato del lavoro».

Ma quella del vescovo non è un’agenda politica per Rieti. Piuttosto il presule ha voluto richiamare istanze che «ci aiutino ad affrontare il presente che è obiettivamente complicato e a rischio».

«La storia è sospesa alla qualità dei suoi governanti» ha ricordato in conclusione il vescovo ai consiglieri comunali: «L’anelito alla giustizia che immagino essere dentro ciascuno di voi, onorevoli rappresentati del popolo, sia di sostegno ogni giorno. Senza, peraltro, dimenticare quanto un “giusto” dei nostri tempi, D. Bonhoeffer, scriveva: “Per chi è responsabile la domanda ultima non è: come me la cavo eroicamente in quest’affare, ma: quale potrà essere la vita della generazione che viene. Solo da questa domanda storicamente responsabile possono nascere soluzioni feconde anche se provvisoriamente molto mortificanti”».

Foto di Massimo Renzi.

Clicca qui per la galleria fotografica.

Clicca qui per vedere il video dell’intervento.