Giugno Antoniano Reatino 2023

Cristina D’Avena al Giugno Antoniano: «Sono pronta a cantare e divertirmi con voi»

Martedì 20 giugno nell'ambito dei festeggiamenti del Giugno Antoniano Reatino si esibirà Cristina D'Avena: ecco l'intervista che la cantante ha rilasciato a "Frontiera"

Ve la ricordate la bimbetta con i codini che cantava Il valzer del moscerino allo Zecchino d’Oro? Cristina D’Avena ai tempi aveva solo tre anni, e di quel momento televisivo non ricorda molto, se non la grande disciplina impartita da Mariele Ventre, allora direttrice del Coro dell’Antoniano.

A suggerire quell’esperienza alla sua famiglia fu suor Cellina, conosciuta in ospedale durante i turni di papà Alfredo, medico. «Perché non la iscrivete allo Zecchino d’Oro, questa bimba che canta sempre?» La canzone si classificò al terzo posto, ma l’esibizione riscosse un così clamoroso successo di pubblico da essere ricordata ancora oggi.

E dire che Cristina D’Avena voleva fare il medico come suo padre: «Mi ero iscritta alla facoltà di Medicina per diventare neuropsichiatra infantile, poi le cose sono andate diversamente». Quella bella voce squillante la chiamavano fin dai tempi del liceo, per registrare la sigla di qualche cartone animato, ma la vera svolta arrivò con le fiabesche vicende degli strani ometti blu alti due mele o poco più.

«Mi chiamarono per il nuovo progetto de I Puffi, ricordo che registrai a Milano, mi accompagnò mio padre. Non mi sarei mai aspettata quello che accadde dopo: il singolo vendette 500.000 copie del singolo, la cantava chiunque, me la chiese persino un professore all’università!». Ma gli studi si interrompono solo con la vera svolta, quella dell’interpretazione della protagonista nel telefilm Love Me Licia, nato a grande richiesta come sequel del cartone animato Kiss Me Licia.

«Non seguivo tutti i cartoni di cui cantavo le sigle, spesso leggevo solo i riassunti per interpretare meglio i personaggi, ma in quel caso mi appassionai tanto, non avevo alcuna esperienza nella recitazione e fu una grande scuola, una parentesi bellissima che mi porto nel cuore ancora oggi, tanto che con molti colleghi, tra cui Marco Bellavia o Pasquale Finicelli, siamo rimasti in contatto».

Di tempo ne è passato, eppure la voce cristallina di Cristina D’Avena è sempre la stessa, e l’entusiasmo anche, se non addirittura maggiore di un tempo, perché più maturo e consapevole, tanto che per celebrare 40 anni di carriera si è regalata è un cofanetto con le sue cento sigle preferite, cantate in duetto con alcuni grandi nomi della canzone italiana.

«Ero ospite al Festival di Sanremo, parlavo dietro le quinte con alcuni colleghi, d’un tratto loro iniziarono a cantare le mie sigle. Lì mi è venuta l’idea, ho chiesto se gli andava di inciderle insieme, e loro hanno accettato con gioia, si sono perfino emozionati». L’album 40 – Il sogno continua ha vinto un disco di platino e due dischi d’oro: «Hanno scelto loro i brani, Patty Pravo ha cantato I Puffi, Loredana Bertè Occhi di Gatto, Orietta Berti interpreta invece proprio Il Valzer del Moscerino. Emma invece mi ha detto che le è sembrato di tornare bambina, quando sognava di essere Jem».

Rieti l’accoglie per la seconda volta in nemmeno due anni, e c’è da scommettere che anche stavolta piazza Mazzini sarà piena dei suoi fans pronti a cantare a squarciagola con lei. «Sono molto felice di tornare nella vostra città, ricordo la serata del settembre 2021 per la Fiera Campionaria del Peperoncino, ci divertimmo tantissimo. Sono certa che anche martedì sera sarà così. È il pubblico a sostenermi e darmi entusiasmo». Un pubblico dopo tanti anni ancora molto numeroso, e soprattutto variegato come età e tipologia: «Le persone che mi seguono sono meravigliose e tutte molto diverse tra loro. Mi seguono i ragazzi che guardavano i cartoni, ma anche i nonni e i nipoti: ciascuno con la propria caratteristica, cantiamo e ci divertiamo insieme. C’è tanto bisogno di sorridere, di stare spensierati e magari essere accomunati dalla stessa passione».

Il segreto per non stancarsi mai di cantare gli stessi successi? «Non mi stufo e non mi stuferò mai di cantare le mie sigle, semplicemente perché quello che faccio mi piace tantissimo, e quei brani fanno parte della mia vita», dice la D’Avena. E sul segreto di tanta longevità, visto il genere particolare, la cantante risponde: «Credo che la chiave stia proprio nella coerenza. Se le persone mi seguono ancora, dopo tanti anni, è proprio perché di me apprezzano umiltà e continuità, oltre al sorriso. Sono un tipo che sorride sempre, e soprattutto quando sei sul palcoscenico, quella è la prima e più importante forma di comunicazione».

Nel corso degli anni Cristina D’Avena ha pubblicato oltre 300 dischi e inciso 743 brani, di cui 371 sigle di cartoni animati. Ma come scegliere la scaletta di ciascuna serata, tra cotanta produzione? «A gentile richiesta – risponde la D’Avena – ho un fan club, annuncio la serata e canto ciò che loro chiedono, il pubblico è sempre il protagonista quello che piace a chi mi segue va bene anche a me. L’importante è portare avanti i loro sogni, e allo stesso tempo anche i miei».

Foto Massimo Renzi