Confraternite in sintonia col cammino verso Firenze

Nuova location e nuovo orario per il classico raduno di inizio Quaresima delle confraternite della diocesi (che negli anni precedenti si svolgeva di solito in una mattinata a Quattrostrade): come già avvenuto in Avvento, anche il ritiro quaresimale si è svolto di pomeriggio. E dopo Greccio, che ha sostituito in Avvento la classica sede di Borgo San Pietro, ad accogliere priori e confratelli è stata stavolta la basilica di S. Agostino. Qui, in cui è risorta di recente una confraternita che per anni era rimasta soltanto sulla carta (la Pia Adunanza della Madonna della Cintura, che ha voluto recuperare la tradizione di una sentita devozione tipicamente agostiniana), si sono ritrovati insieme, domenica scorsa, gli appartenenti a diversi sodalizi presenti nel territorio diocesano. Ad aprire il pomeriggio di spiritualità e fraternità, la preghiera iniziale guidata dal parroco della bella chiesa già agostiniana di piazza Mazzini, monsignor Salvatore Nardantonio, che ha introdotto i presenti allo spirito quaresimale con la meditazione del Miserere, il salmo 50 tipico dell’itinerario penitenziale. Dall’aspetto spirituale a quello pastorale, con la relazione che puntava a mettere i partecipanti in sintonia con il cammino della Chiesa italiana verso il convegno di Firenze. Ci ha pensato l’altro presbitero operante in S. Agostino, nonché responsabile in Curia degli uffici catechistico e missionario, don Marco Tarquini. Incentrato sulla traccia del convegno ecclesiale sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”, l’intervento di don Marco ha richiamato il percorso su cui la comunità cristiane in Italia sono invitate a instradarsi. Il tema di Firenze 2015, ha evidenziato il sacerdote, «è il “gusto per l’umano”, quello “sguardo grato e amorevole” che nasce dall’incontro con Gesù Cristo, a generare e rendere possibile un “nuovo umanesimo”». E lo slogan del convegno, che che presenta lui come fonte del vero umanesimo, vuole richiamare proprio lo stile di andare incontro all’uomo portandogli la novità e la speranza del Vangelo. Cinque le parole chiave con cui scandire l’impegno: quei cinque verbi attorno a cui si raccoglie il cammino del convegno: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Di essi don Tarquini ha offerto una sintetica illustrazione, prima che lo stesso vescovo Lucarelli, nell’omelia della Messa, invitasse tutti i confratelli a rendersi, zelanti protagonisti dell’impegno di rinnovamento della comunità cristiana in cui camminano, quali discepoli del Cristo dimostratosi, nel vincere le tentazioni, più forte del male e modello del vero uomo in piena armonia con sé stesso, con gli altri, con il creato.

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