“Con… tatto”: il vescovo Domenico con i giovanissimi di AC

Uno slogan che voleva invitare a comunicare con lo stile di Dio: “Con… tatto”. Il titolo della tre giorni dei giovanissimi di AC voleva richiamare la tematica su cui ci si è soffermati, nell’approfondire, partendo dalla comunicazione nell’era digitale, il rapporto con se stessi, con gli altri e con Dio. Un “mettersi in contatto” con quella delicatezza, pazienza, attenzione all’individuo (“con tatto”, appunto) che è propria dell’agire di Dio verso l’uomo. L’obiettivo, spiegano gli animatori del mini-campo svoltosi nei giorni scorsi a Morlupo, nella Sabina romana, era quello di far acquisire ai ragazzi il significato della relazione e le sue caratteristiche fondamentali perché sia autentica e maturare l’importanza del prendersene cura.

Erano 65 gli adolescenti fra i 14 e i 18 anni che hanno partecipato all’iniziativa organizzata dall’Azione Cattolica diocesana, svoltasi presso la Casa San Gaetano dei padri Teatini. Provenienti dalle parrocchie di Regina Pacis, Vazia, Campoloniano e dalla vicaria del centro storico (più due ragazze dalla parrocchia di Santa Rufina, dove non è presente l’AC, ma che hanno voluto partecipare “in esplorazione”), erano guidati da 13 animatori giovani e adulti, cui si sono aggiunti quattro volontari per cucina e incombenze varie. Gli assistenti diocesani di AC, don Zdenek e don Roberto, si sono alternati nelle varie celebrazioni e momenti spirituali, mentre don Franco (dalla cui parrocchia di S. Giovanni Battista proveniva un folto gruppo di partecipanti) è stato presente sabato pomeriggio fino al falò da lui condotto in tarda serata.

Graditissima la visita di mons. Domenico Pompili: come promesso, il nuovo vescovo (una sua frase sul tema della comunicazione era stata usata nella liturgia di apertura del campo) è arrivato a Morlupo la mattina di sabato, per conoscere da vicino i ragazzi, girando ciascuno dei cinque gruppi che erano in riunione per poi fermarsi a pranzo: a lui il compito di benedire la mensa, e non poteva mancare il gelato da lui offerto, mentre l’AC ha contraccambiato donando a lui il Taccuino di Vittorio Bachelet (il bel diario scritto dal futuro martire del terrorismo nel 1964, anno della sua nomina a presidente nazionale dell’AC) e altri gadget dell’associazione.