Chocofestival Rieti: precisazioni su Vox Populi

Chocofestival Rieti 2013

In merito alle dichiarazioni rilasciate da alcuni ospiti durante la trasmissione Vox populi, andata in onda su Rtr lo scorso 14 marzo 2013, riteniamo necessario fornire alcune precisazioni. Il programma, principale contenitore di attualità serale del network, affrontava le tematiche e le criticità del nuovo assetto urbanistico del centro storico reatino.

A tal proposito, oltre alle Cariche Istituzionali (l’assessore alla Viabilità e Trasporti Carlo Ubertini ed il Comandante della Polizia Municipale Enrico Aragona), erano presenti, tra gli altri, i presidenti di Confcommercio Nando Tosti e dell’associazione “Centro Storico” Franco D’orazi.

Prima di entrare nel merito delle singole dichiarazioni ci preme fornire alcune precisazioni sulla struttura organizzativa del Chocofestival e sulla definizione dei rapporti con i partner.

Da quanto detto in alcuni interventi è risultato essere poco chiaro che la titolarità della manifestazione (ed il relativo rischio d’impresa) è ascrivibile unicamente alla (reatinissima) ditta L’Opera di Fabio Franceschini.

Nell’implementazione dell’attività organizzativa sono intervenuti, mediante la concessione del patrocinio, il Comune di Rieti e la Camera di Commercio. Ad essi si è aggiunta, nella formula della sponsorizzazione tecnica, Confcommercio Rieti – Giovani imprenditori. Quest’ultima, tramite il suo presidente Antonella Torda, ha curato (con successo) delle iniziative collaterali all’evento, quali concorsi ed attività di supporto alla promozione.

Entrando nel merito delle dichiarazioni, contrariamente a quanto dichiarato dal Tosti (“Perchè a Rieti abbiamo delle eccellenze che fanno il cioccolato, ma ci saranno stati i loro buoni motivi su questo… perchè per fare una manifestazione del genere e per affittare un gazebo come è stato affittato in piazza, aveva dei costi altissimi e non tutti si sono potuti permettere di affittare quei gazebi”), il costo della partecipazione era addirittura più basso rispetto al prezzo di mercato. Inoltre le motivazioni che hanno spinto le realtà locali del settore a non aderire sono state altre. Da reatini sarebbe stato per noi motivo di grande soddisfazione poter ospitare un concittadino tra le nostre fila, ma non ce n’è stato modo. L’unica vera eccellenza del settore a livello locale con la quale abbiamo da sempre un rapporto di cordiale e sincera collaborazione, non ha potuto aderire per motivazioni di natura logistica. Ci siamo, tuttavia, salutati con la promessa di ritrovarci il prossimo anno per collaborare attivamente già in fase di organizzazione. Per quanto riguarda gli altri, onestamente, i tentativi portati avanti nell’edizione precedente ed in circostanze affini sono sempre stati accolti con disinteresse, talvolta persino con fastidio, così da indurci ad essere restii a proporci nuovamente. Ciò non toglie che, qualora vi sia la volontà di partecipare da parte di chiunque in futuro, saremo ben lieti di accoglierlo.

Tornando all’oggetto del presente comunicato, una menzione a parte la merita la dichiarazione rilasciata dal presidente dell’associazione “Centro Storico” Franco D’Orazi.

Questi, commentando in studio, non ha certo nascosto il proprio risentimento nel merito della “bontà” del lavoro organizzativo del Chocofestival: “Cerchiamo di parlare della qualità che era molto carente. La qualità non c’era. Era inferiore alla prima edizione. Il che è sbagliato, no?”.

Posto che, certo, non abbiamo la pretesa di ottenere un consenso plebiscitario, aggiungiamo che siamo sempre ben disposti ad accogliere critiche di ogni genere, poiché crediamo che proprio da esse scaturiscano le migliori opportunità di crescere e migliorarsi. L’organizzazione di eventi è un’attività in fieri che richiede grande umiltà. È pertanto non necessario, ma fondamentale sapersi mettere in discussione. Il dott. D’Orazi ha evidentemente tutto il diritto di manifestare il proprio dissenso nel merito del nostro lavoro. Purtuttavia, quanto da questi asserito in trasmissione va abbondantemente oltre il parere personale. Appare, piuttosto, come un giudizio di merito (con tanto di paragone con l’edizione precedente) evidentemente lesivo per l’immagine dell’organizzazione e dei suoi partners.

Forse al nostro detrattore interesserà sapere che: (a) la qualità del prodotto non è cambiata, così come non sono cambiate le aziende che lo hanno posto in vendita; che (b) il capitale investito (economico, umano e strutturale) è stato quattro volte superiore alla prima edizione e che (c) i dati delle stime valutative (affluenza, rilevanza mediatica, interazioni sulle piattaforme social) riferiscono di un Chocofestival che la comunità ha ampiamente manifestato di apprezzare.

Quel che più, da reatini, ci ferisce, tuttavia, non è il senso stretto della dichiarazione del D’Orazi, quanto il modo in cui essa si colloca nel contesto locale: in una realtà nella quale ci si lamenta spesso per la scarsità di iniziative, parole simili rappresentano lo strumento migliore per disincentivare chi, come noi, non abbia la presunzione di riuscire a fare qualcosa di buono per questa città, ma solo quella di provarci.

Raccogliamo, comunque, il parere di un residente del nostro centro cittadino, cercando per quanto possibile di farne tesoro ed, anzi, ringraziandolo per la sensibilità con la quale ha avuto cura di darcene comunicazione.