Caso Silveri, la minoranza: Sindaco, non difendere l’indifendibile

Il chiarimento del sindaco e della maggioranza non lascia dubbi: si tratta di una imbarazzante difesa di una posizione amministrativa indifendibile.

Precisa il sindaco che la dott.ssa Silveri è figura di ex collaboratrice a prestazione professionale con contratto scaduto dal 15 ottobre e successivamente mantenuta nella struttura comunale senza oneri per l’ente.

Non si tratterebbe però di lavoro subordinato o parasubordinato a titolo gratuito ma di contratti di liberalità ex art. 769 cod. civ., in sintesi ci troveremmo innanzi ad una donazione.

Peccato, sig. sindaco, che nel contratto di donazione elemento essenziale sia lo spirito di liberalità e non l’opportunità di completare pratiche ancora pendenti per le quali si è ricevuta anteriormente retribuzione;

Peccato, ancora, che nel contratto di donazione elemento essenziale sia l’assunzione di una obbligazione da parte del donante (dott.ssa Silveri) e che nel caso di specie tale obbligazione si configura quale prestazione lavorativa gratuita e, dunque, quale contratto di collaborazione volontaria;

Peccato, al riguardo, che è del tutto insignificante distinguere tra assunzioni o collaborazioni coordinate e continuative e rapporto lavorativo non subordinato;

Peccato, ulteriormente, che come noto al sindaco e, riteniamo, alla segretaria comunale i contratti di collaborazione volontaria presso Enti Locali siano stati ampiamente dichiarati in violazione del principio di leale concorrenza;

Peccato, di nuovo, che all’Albo Pretorio del Comune di Rieti non risulta pubblicato alcun decreto sindacale di nomina della dott.ssa Silveri successivo al suo rapporto contrattualizzato fino al 15 ottobre;

Peccato, poi, che al di fuori dei casi tipizzati dal Testo Unico degli Enti Locali negli artt. 90 e 110, l’accesso lavorativo non può prescindere, anche se a titolo gratuito, da forme concorrenziali;

Ci chiediamo se qualora abbia ragione il Sindaco a ritenere che in difetto di vincolo di subordinazione gerarchica, di determinazione dell’orario di lavoro, di sottoposizione al potere di controllo del datore di lavoro si sia legittimati ad accedere liberamente ad attività presso il Comune di Rieti?

Se così fosse allora chiunque da oggi sarà nella possibilità di fare relativa domanda ed avrà aspettativa di riscontro positivo?

In fondo si tratterebbe solo di entrare nelle segrete stanze del Palazzo per liberamente dedicarsi a qualcosa… di utile!

Peccato, ad ultimo, che la maggioranza consiliare, pur di tenere una resistenza di bandiera non si accorga di quanto sia cinicamente deleterio volgersi a favore di posizioni non condivisibili intellettualmente, limitandosi a risibili quanto stucchevoli critiche sul passato.

È veramente ora di cambiare.