Calcio malato: diamoci un taglio. La nazionale non faccia i mondiali

Sarà stupido quanto vi pare, ma dopo aver assistito alle violenze, alle “trattative”, ai fischi all’inno nazionale, ci aspetteremmo che i vertici dello Stato, del Coni, della FIGC, delle società sportive annuncino due anni di sospensione dei campionati di calcio, fino alla serie promozione, e che la Nazionale di calcio non parteciperà ai prossimi mondiali.

Sarebbe la cosa giusta: due anni di pausa per riordinare il sistema, correggere le deviazioni, e disintossicare un po’ tutto l’ambiente: dal campo ai media, fino alle discussioni da bar.

Si potrebbero lasciar giocare giusto i pulcini: libera da altri impegni, la federazione potrebbe concentrarsi su una sorta di programma educativo. Un lavoro da fare non solo sui più piccoli, ma talvolta anche sui genitori.

Ci sono troppi soldi da far girare, direte voi: queste cose non accadranno mai. Di sicuro avete ragione, ma le grandi imprese del calcio non si riempiono sempre la bocca dei “valori” sportivi?

E allora, se proprio hanno da investire, spendano sui circoli delle bocciofile per anziani, o costruiscano palestre nelle scuole, o lavorino a politiche di cicloturismo. È sport pure quello, o no?

In tanti ne trarrebbero giovamento: dopotutto il calcio è solo un gioco, e questo genere di soluzione sarebbe molto più efficace dello stare a mangiare banane di solidarietà.