Bambi, ragnatele, peperoncini e Himalaya!

Cosa potrà mai succedere d’eccezionale in una piccola provincia come quella di Rieti? Dopo aver letto con stupore, e un po’ di sconcerto, queste notizie siamo costretti a dire: di tutto!

Iniziamo dall’ultima in ordine di tempo. Nella mattinata di martedì 22 ottobre un capriolo è stato recuperato sotto il Ponte Romano, intenerendo gli occhi della piccola folla accorsa a curiosare. L’emulo di Bambi è stato salvato dai Vigili del Fuoco e portato in caserma per essere curato da un veterinario. Era stato avvistato anche un altro esemplare, ma le ricerche sono ancora in corso.

Possiamo solo immaginare l’odissea vissuta dai caprioli sulle sponde del Velino, ma non deve essere stata tranquilla considerando che l’animale era ferito. Episodi come questo ci ricordano che abbiamo invaso spazi che appartenevano alla natura selvaggia, e ogni tanto i legittimi proprietari ci fanno visita.

Un’altra vicenda che ha tenuto banco in questi giorni è stata la segnalazione, in diverse località della provincia, di una misteriosa sostanza viscosa venuta dal cielo. Stupefatti e intimoriti i testimoni hanno avvertito i Vigili del Fuoco, che a loro volta si sono avvalsi della collaborazione dell’ Arpa e del Nucleo batteriologico, chimico e radiologico dei Vigili del Fuoco di Roma per analizzare i reperti.

Il fenomeno è ben conosciuto dagli appassionati di ufologia con vari nomi, Capelli d’angelo, Bambagia silicea o Fili della vergine (in Francia), associato spesso a supposte visite aliene e identificato con le sostanze più strane da “vetro boro-silicico” a “fibra vetrosa” o inquietanti armi batteriologiche o espedienti anti-contraerea.

La spiegazione scientifica è arrivata in seguito alle analisi svolte, confermando che si tratta di ragnatele usate per il così detto spider balloning, un modo ingegnoso per spostarsi sfruttando il vento che solleva l’animaletto insieme alla sua tela. L’aquilone in miniatura permette lunghe traversate e viene impiegato da altri piccoli “passeggeri” come acari e larve.

Anche il grande naturalista Charles Darwin aveva notato eventi di questo genere nel suo racconto del viaggio sul Beagle, dando tra l’altro una vivida descrizione di uno di questi ragni: « Il piccolo aeronauta non appena arrivava a bordo era molto attivo».

Oro, gioielli o capsicum? Un’azienda agricola reatina si è imbattuta in ladri che hanno scelto di rubare proprio una specie di peperoncini, selezionando gli esemplari migliori.

L’impresa a sporto denuncia verso malfattori certamente preparati, e che rappresentano un singolare aspetto dell’interesse della città per queste preziose piantine.

Per ultima una bella notizia che riguarda quattro alpinisti reatini facenti parte di una spedizione sull’Himalaya. L’incarico è venuto dal CAI di Rieti e dall’Associazione passione montagna e, come è riportato nel comunicato ufficiale, ha il compito “di verificare percorsi, situazioni ambientali e logistica per la successiva spedizione che avrà come meta il raggiungimento della vetta del Kanchenzonga”. Un medico reatino facente parte della missione ha salvato la vita di un portatore che soffriva di ipertensione grave, dimostrando il valore del gruppo.

Questa impronunciabile vetta è la terza più alta del mondo con i suoi 8586metri, il nome significa “Cinque Tesori di neve” a causa dei cinque picchi in cui si divide. A metà ottocento si credeva fosse la montagna più alta, ma misurazioni più precise l’hanno retrocessa di due posizioni. Se il K2 è detta “la montagna degli Italiani”, per noi d’ora in poi il Kanchenzonga sarà “la montagna dei Reatini”…

Scorrendo questi incredibili fatti viene da pensare che anche nella banalità quotidiana possa avvenire qualcosa di straordinario, squarciando il velo di noia che avvolge in genere la nostra città. Curiosità, bizzarrie e stranezze condiscono la vita di ognuno di noi, basta avere l’ironia dello sguardo e la capacità di stupirci fin troppo trascurate.

di Caterina D’Ippoliti e Samuele Paolucci