Giugno Antoniano Reatino 2023

Antonio, luce dei poveri ieri come oggi

Non solo uno sguardo sul pensiero di Antonio di Padova, ma anche l’affresco di un'epoca quello tratteggiato dal professor Marco Bartoli

Non solo uno sguardo sul pensiero del santo, ma anche l’affresco di un’epoca quello tratteggiato nella serata di giovedì 15 giugno dal professor Marco Bartoli, parlando nell’ambito del Giugno Antoniano Reatino del pensiero sociale di Antonio di Padova.

Non si comprende infatti l’uomo se non guardandolo nel suo contesto. E quella del frate francescano è l’epoca si passa, per usare il titolo di un libro di Jacques Le Goff, dal tempo della Chiesa a quello del mercante. Una società che i chierici credono di aver definitivamente ordinato in senso cristiano, nella quale emergono invece istanze nuove, spinte all’emancipazione delle classi sociali emergenti, un nuovo senso per i concetti stessi di ricchezza e povertà. La miseria delle città è infatti altra cosa rispetto alla povertà delle campagne: è anche problema sociale, è visibilità dell’ingiustizia e delle sperequazione, è atto d’accusa verso l’avarizia e l’usura.

In questi sentimenti, con il vantaggio di una profonda cultura e profondità teologica si muove il frate giunto da Lisbona. L’esposizione del professor Bartoli è molto efficace nel far emergere non solo lo spirito che anima Antonio, ma anche la strategia, la sua capacità di fondare sul Vangelo e rendere alla portata di chiunque le sue argomentazioni. Le notizie vengono in parte da testimonianze, ma soprattutto dai Sermoni, l’opera in cui il santo ha cristallizzato con limpida forza il suo pensiero.

Non sfugge che la società al tempo di Antonio era oppressa dallo strapotere di alcune oligarchie, da episodi di corruzione, di lotta di classe. La situazione era violenta, gli usurai potevano costringere alla prigione i capifamiglia e non si curavano del destino di orfani e vedove. Le similitudini usate da Antonio per descriverli sono terribili e fanno spesso riferimento al mondo animale.

Il denaro viene indicato dal santo solo come strumento: non è lecito possederne oltre il necessario. L’elemosina non è semplicemente un elemento morale, ma quasi un fattore di igiene sociale, un obbligo da coltivare al di là della legge.

I poveri sono la possibilità offerta ai ricchi di comportarsi da cristiani. Nei Sermoni il santo dà voce ai diritti delle persone che non contavano nulla. Nessuno nel pensiero di Antonio doveva considerare la proprietà in termini esclusivi. Come a dire che «a ciascuno il suo» non può stabilirlo secondo un diritto soggettivo, ma guardando alle necessità degli altri.

Il professor Bartoli ha letto diversi paragrafi scritti da Antonio per dare direttamente voce al santo, alla sua visione. E a colpire è soprattutto la modernità della visione, l’attualità delle sue parole. Come a dire che ottocento anni, abitiamo ancora in un mondo dominato dall’iniquità, dal sopruso: una mancanza di giustizia che chiede ancora al Vangelo la quadra per ripristinare un modo di vivere più umano.