Alemanno e Tosi: va in onda l’ennesimo spot elettorale

Il concetto di “campagna elettorale” equivale, è noto, a quello di “campagna pubblicitaria”.

La campagna elettorale, è altrettanto evidente, perdura impunemente anche durante il mandato dei governanti democraticamente eletti (e non), siano essi Presidenti del consiglio o assessori di quart’ordine di piccole realtà di provincia.

Gianni Alemanno e Flavio Tosi non si esimono dal figurare nel novero dei compiaciuti partecipanti al consueto, e mai desueto, rito della propaganda mediatica.

Tosi sembra aver applicato alla perfezione il secondo dei cinque punti previsti dal “contratto con gli italiani” di Berlusconi, che prevedeva un’«attuazione del “Piano per la difesa dei cittadini e la prevenzione dei crimini”». Nelle foto riportate dal Corriere del Veneto del 9 febbraio, il sindaco di Verona sveste i panni del primo cittadino per vestire quelli dell’implacabile poliziotto di quartiere (la cui introduzione era pure prevista nel medesimo “contratto”) e contemporaneamente quelli di operaio con licenza di “distruggere” al fine di ripristinare la legalità. In città è infatti prevista la demolizione degli edifici di un ex concessionaria, divenuti da tempo ritrovo di criminali e disagiati, tutti ovviamente abusivi. Tra di loro, come risulta dai controlli della polizia effettuati dal 2007 al 2011, c’erano 21 immigrati clandestini. Quale migliore occasione, dunque, per un sindaco leghista, se non quella di farsi ritrarre, fiero e gagliardo, alla guida della ruspa demolitrice che abbatte un covo degli storici bersagli della Lega Nord! Se l’eurodeputato Mario Borghezio, armato di disinfettante, tempo fa ripuliva gli scompartimenti ferroviari occupati dalle prostitute nigeriane, ora Tosi alla guida di un mezzo demolitore ripulisce la città dal marciume illegale e clandestino. Cambia il mezzo ma non il fine: naturalmente, a differenza di quello di Borghezio, l’intervento di Tosi è sicuramente meno deprecabile, almeno in termini di condanna pubblica e di morale, ma proprio per questo motivo risulta anche essere meno deducibile come segno della semiotica razzista della Lega Nord, ovviamente perché più subdolo e nascosto.

Più nota è la vicenda di Alemanno, altro sindaco con manie di pulizia, stavolta non di natura “et(n)ica” ma, molto più banalmente, “infrastrutturale”. Se Tosi è innegabilmente riuscito nel suo intento, Alemanno è risultato più impacciato nel suo tentativo di pubblicizzare e di dare consapevolmente credito alla sua figura di sindaco pulitore, nel caso specifico dei manti stradali romani su cui si sono abbattute le avversità del maltempo. La sua storia è molto più complessa di quella del suo collega veronese, e forse per questo ancora più interessante da un punto di vista strettamente mediatico. Tutto nasce, come sappiamo, da quel famoso bollettino inviato dalla Protezione Civile al Comune di Roma in cui venivano annunciate preoccupanti precipitazioni nevose sulla Capitale, male interpretate dai tecnici comunali e dal sindaco che, in tutta verità, non aveva neanche avuto l’impensabile e sciagurata idea di guardare le previsioni meteorologiche. Da tempo avevano annunciato le forti nevicate. Risultato: Roma piomba subito nel caos, di spazzaneve e spargisale neanche l’ombra e il sindaco, evidentemente confuso, sospende le attività didattiche ma tiene aperte le scuole (!). Tutto quello che ne segue è storia nota. C’è da dire che appare quanto meno strano che un sindaco che dichiara di lavorare «dalle 16 alle 18 ore al giorno, e di dedicare solo un’ora alla comunicazione», trovi modo e tempo di fare continuamente il presenzialista televisivo a quasi tutte le ore, soltanto per scaricare infantilmente responsabilità su Protezione Civile e Provincia di Roma. Alla mancata autocritica e al rimpianto per l’impeccabile predecessore dell’“odiato” Gabrielli, Bertolaso (ultimamente indagato per omicidio colposo in merito al terremoto aquilano), segue come da prassi la più divertente e scontata delle operazioni di propaganda: numerose foto in cui il sindaco, bardato quasi da operatore comunale, è ritratto mentre spala vialetti e sparge sale. Se Tosi almeno ha avuto il “pudore” di mettersi soltanto alla guida di una ruspa, di cui si era servito per pubblicizzare ambiguamente la sua ideologia politica, qui Alemanno va addirittura oltre. Proprio per l’inevitabile assenza dalle scene di spazzaneve, turbine e spargisale (anche perché non se ne sono visti molti per le strade della capitale), ha la presunzione di sostituirsi ad essi: dal sottotesto quindi si evince chiaramente la sua disperata volontà di dare credibilità ad un’immagine di primo cittadino volenteroso e capace, ligio al dovere, che ama la sua città e indefessamente si adopera per il bene comune. «Un sindaco spazzaneve e spargisale per una città più pulita e funzionale» potrebbe essere l’ennesimo improbabile slogan per quest’ennesima improbabile campagna elettorale.