A Natale mancherà il festeggiato?

Ho appena appreso che in Cattedrale mancherà quest’anno il Presepe. Sarà proprio vero? Il presepe è un segno che ricorda la nascita di un bambino che ha cambiato per sempre il destino dell’umanità. L’allestimento della santa rappresentazione, almeno nelle Chiese, non può mancare.

Essa è motivo di riflessione per chi lo prepara e per chi lo ammira sostandovi in pensierosa veglia e così diventa partecipazione di tutti, grandi e piccoli, sani e malati, giovani e vecchi, colti e ignoranti, peccatori e santi, religiosi e laici, atei e credenti, carcerati e liberi, donne e uomini, all’era della Rivelazione del Dio che si fa uomo, mortale, sofferente come tutti noi.

Il Santo Presepe è testimonianza di un fatto grandioso e irripetibile accaduto nella storia che non può essere relegabile nel passato, ma che si rinnova ogni giorno con la vita su questa terra e nell’intero universo in espansione come segno del grande respiro di Dio. Un Dio non più lontano dagli uomini come per secoli è stato presentato dai potenti prevaricatori, detentori di mondani poteri, ma un Dio che si è fatto figlio di una donna di questa terra, un Dio che si è fatto fratello di tutti, un Padre che ha il coraggio di piegarsi e chinarsi su questa nostra precaria e minimale realtà per accarezzarci amorevolmente uno ad uno e ricordarci per sempre che non saremo più soli. Perciò credo che se davvero il Santo presepe mancherà dalla chiesa principale della nostra città di Rieti, sarà come allontanare da noi un raggio di luce, che può solo portare letizia, un poco di bellezza nelle nostre giornate troppo rutinarie.

3 thoughts on “A Natale mancherà il festeggiato?”

  1. Redazione Frontiera

    Sembra che la vicenda tenda un po’ al fraintendimento: a mancare sarà il presepe “storico” della Cattedrale. Ci informa correttamente Ileana Tozzi che “Solo, sui gradini del presbiterio, il Bambino Gesù avvolto nei lini bianchi che impreziosiscono la sua povera culla sarà illuminato la notte di Natale dalla luce che dissolve ogni tenebra”. Il festeggiato, dunque, per usare l’espressione della sig.ra Petrongari, non mancherà. Come non manca l’invito a riflettere. “In un momento in cui gli animi sono turbati, le coscienze confuse, le difficoltà materiali incombono minacciose e scoraggianti sulla quotidianità di tutti e di ciascuno, ci si chieda qual è il senso da attribuire al persistere dell’usanza di illuminare a festa strade e vetrine, esorcizzando la crisi mediante una sorta di anestesia delle coscienze”.

    1. Giulietta Modesti

      Mi scusi forse sono io che non riesco a comprendere
      “In un momento in cui gli animi sono turbati, le coscienze confuse,….ci si chieda qual è il senso da attribuire al persistere dell’usanza di illuminare a festa strade e vetrine, esorcizzando la crisi mediante una sorta di anestesia delle coscienze”.
      Che c’entra togliere il presepe con l’usanza di illuminare a festa strade e vetrine?
      Per condannare un’usanza ne eliminiamo un’altra?Ma poi è davvero da condannare che si mostrino i segni della festa e della gioia?Il consumismo e la perdita del significato del Natale sono da condannare non la gioia che se non ricordo male è proprio uno dei segni che contraddistinguono i Cristiani.
      Di questo “Presepe minimalista” saranno contenti i Protestanti che non hanno il culto nè dei Santi nè della Vergine Maria non certo i cattolici a cui come all’Apostolo Giovanni,Gesù dalla croce ha dato Maria Santissima per madre.

  2. marco tarquini

    mi sembra ovvio che a Natale il festeggiato verrà comunque, anzi è già venuto e già ci ha redenti. ma non è possibile continuare a ribadire che non fare il presepe sia un segno di sobrietà, richiamandosi alle luminarie e alle vetrine dei negozi addobbate a festa… ma si può paragonare il presepe alle luminarie e alle vetrine? ma come si fa a dire certe cose? da quando in quà contemplare il presepe anestetizza le coscienze? allora perchè non cominciamo a togliere tutte le tele d’altare, gli affreschi e gli stucchi delle nostre chiese così daremo ancora di più un segno di sobrieta.. buttiamo giù i marmi degli altari della cattedrale così saremo più sobri… siamo ad una nuova crisi iconoclasta?

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