Parrocchie

A Leonessa con padre Orazio il grazie a Dio con lui e per lui

Celebrazione con il vescovo Vito al colle della benedizione per il 25° del cappuccino finora parroco, che si prepara ora a lasciare la comunità leonessana

La celebrazione di ringraziamento per i suoi cinque lustri di ministero presbiterale padre Orazio Renzetti l’aveva tenuta, il giorno di San Giacomo, a Manoppello, il santuario abruzzese che custodisce la reliquia del Santo Volto di Gesù: il luogo in cui, il 25 agosto del 1998, aveva ricevuto il secondo grado del sacramento dell’Ordine per l’imposizione delle mani dell’allora arcivescovo di Chieti, Edoardo Menichelli (oggi emerito di Ancona e cardinale).

Ma non poteva mancare un momento di festa anche con la comunità parrocchiale che ha guidato negli ultimi anni e ora – con il rimescolamento di carte che il definitorio della provincia cappuccina del Centro Italia ha determinato – si prepara a lasciare. Così, al tramonto del 31 luglio, i leonessani hanno vissuto una doppia occasione per dire grazie: grazie a Dio per il 25° di sacerdozio del loro parroco uscente e grazie a lui che tanto ha fatto per Leonessa, come superiore del convento e come guida generosa della comunità parrocchiale.

Suggestivo il luogo che ha visto radunate tantissime persone per la celebrazione all’aperto: quel Colle San Cristoforo che costituisce una tappa importante della memoria devozionale di san Giuseppe da Leonessa. Qui, il luogo in cui il santo frate cappuccino rivolse la sua ultima benedizione ai compaesani, il rudere della chiesa di San Cristoforo e il prato circostante era nell’abbandono, e qualche anno fa è stato merito proprio di padre Orazio se il sito, messo all’asta dal Demanio, ha potuto essere acquistato dalla diocesi e, grazie all’impegno suo e di altri che hanno dato una mano (fra cui il gruppo leonessano degli Alpini), essere sistemato con un altare, una croce, una targa che riproduce le parole benedicenti di san Giuseppe, un cippo in memoria dei “figli in cielo”, quanti sono morti prematuramente avendo ancora in vita almeno un genitore, ricordati nelle pietre su cui sono incisi i nomi di ciascuno accanto a una scultura che raffigura le mani dei genitori che inviano in cielo l’anima dei propri figli.

Anche questo è un dono che fra Orazio lascia alla comunità leonessana, assieme a tanto altro bene da lui seminato nei tredici anni trascorsi nel convento di Santa Maria di Loreto, dieci dei quali come parroco del capoluogo (assumendo poi la responsabilità anche della parrocchia che raggruppa le frazioni delle Ville del Piano).

Tanto bene messo sull’altare su quale è stata celebrata l’Eucaristia, presieduta dal vescovo Vito unitosi alla festa, concelebranti anche confratelli cappuccini, don Stanislao Puzio che guida nell’altopiano le parrocchie di Terzone e Vindoli, don Antonio Paoletti del clero di Perugia, che è originario del Leonessano, e il diacono Vincenzo Focaroli giunto da Borbona. Il bene che viene «nella piccolezza», ha detto monsignor Piccinonna nell’omelia richiamando l’immagine del piccolo seme che produce un grande albero, contenuta nel brano evangelico della liturgia del giorno. «Sono certo che anche per il particolare carisma che Orazio vive nel suo ministero questo pensiero lo accompagna sempre e lo protegge da quelle manie di grandezza che possono prendere anche noi ministri del Signore, mentre nella vicinanza al popolo di Dio ci aiuta a recuperare quel senso di piccolezza che ci deve sempre accompagnare», ha detto il vescovo, augurando al festeggiato di continuare a seminare il regno di Dio con quella semplicità e giovialità che l’ha sempre contraddistinto.

Una preghiera di ringraziamento per il suo ministero, in aggiunta alla preghiera dei fedeli, l’ha poi formulata, a nome della comunità parrocchiale, Ernesta Alesse, mentre un particolare saluto al loro «caro papà», come familiarmente hanno voluto chiamarlo, lo hanno espresso, a fine Messa, i confratelli padre Alberto Ciccone (che da settembre sarà chiamato a succedergli come parroco) e fra Alessandro Recchioni, con un pensiero ricco di affetto pronunciato “in stereo” da entrambi, con tanto di augurio musicale finale diffondendo le note di Viaggiare di Lucio Battisti. Non è mancato anche il grazie dell’intera popolazione formulato dal sindaco Gianluca Gizzi, con l’augurio che fra Orazio possa continuare a mantenere in qualche modo i contatti con la realtà leonessana.

Infine, il saluto commosso che il festeggiato ha rivolto a tutti, affidato anche a un piccolo pieghevole stampato che ha lasciato come “saluti finali”, anche con una consegna per la comunità leonessana e per il vescovo: il recupero dell’ex monastero di San Giovanni, stabile di proprietà della Curia la cui destinazione, rimodulando l’iniziale progetto di centro giovanile, vuol essere di realizzarvi una casa per anziani di cui il paese ha bisogno, insieme ad altro visto che lo spazio non manca.

Un ulteriore omaggio che il sacerdote ha voluto lasciare: il volumetto Senza fili che raccoglie gli editoriali da lui firmati in questi anni sulla rivista Leonessa e il suo santo, assieme ad altri suoi scritti: «un esempio di attenzione e cura spirituale verso coloro ai quali giungono le sue parole, insegnamenti che partono dalle piccole cose della quotidianità, per arrivare al cuore della nostra fede», scrivono nella presentazione i leonessani Maria Rita e Pietro.